Il 28 ottobre 1900, un gruppo di universitari capitanato da Ángel Rodríguez diede vita all’Espanyol, senza forse rendersi conto che quel giorno coincise con l’inaugurazione della celebre Statua della Libertà a New York. Questa casualità acquista significato considerando quanto uno sportivo del club percepisca i propri colori come un simbolo di libertà.
Gli appassionati, come racconta il canto commemorativo del 125° anniversario celebrato lo scorso martedì, hanno spesso dovuto affrontare le difficoltà e le avversità.
La cerimonia non è stata una data qualsiasi: si è svolta presso l’Università di Barcellona, un luogo ricco di storia in quanto è stato il punto di incontro di Ángel Rodríguez e dei suoi compagni oltre un secolo fa.
Questo evento, pur essendo unico, si aggiunge ai più di 45.000 giorni di storia che il club ha vissuto. Dalla fondazione con il nome di Sociedad Española de Foot-ball, il club ha attraversato una significativa evoluzione fino a diventare il Reial Club Deportiu Espanyol de Barcelona, cambiando i colori da giallo a biancazzurro, ma rimanendo sempre una grande famiglia.
Gli ‘pericos’, i sostenitori appassionati, sono i custodi di un amore che resiste nel tempo e che non ha mai smesso di sfidare l’impossibile. Non è stato necessario rivisitare ogni singolo giorno della lunga storia dell’Espanyol per comprendere appieno il valore che questo club rappresenta. Il sentimento di appartenenza va oltre i successi e le sconfitte, racchiudendo un’emozione che si estende al di là dei trofei, come le quattro Coppe del Re, o delle esperienze vissute affrontando le ingiustizie nel mondo del calcio.
È stato un giorno in cui il ricordo di Dani Jarque, sempre presente, non è mancato, in particolare nel verso di un inno dedicato al 125º anniversario, il cui video ha chiuso l’evento. In questa giornata, molti tifosi dell’Espanyol hanno anche ricordato i loro cari che un giorno hanno trasmesso loro questa passione. Alcuni sono arrivati al club da percorsi diversi e sono altrettanto benvenuti, ma la maggior parte è giunta grazie a legami familiari, e molti di coloro che hanno mantenuto saldi questi legami, resistendo alla tentazione di seguire squadre più celebri, hanno ormai lasciato questo mondo. Martedì l’Espanyol ha celebrato i suoi 125 anni, soffiando sulle candeline di una torta in un periodo felice, avendo ritrovato l’entusiasmo grazie al cambio di proprietà. L’arrivo di Alan Pace è stato accolto con grande favore, rappresentando un vero e proprio respiro di novità dopo un’era di Chen Yansheng che non ha soddisfatto le attese. Inoltre, i risultati sul campo confermano questa rinascita, con un corpo tecnico e giocatori che si sono perfettamente integrati con i tifosi. Non ci sono state molte epoche in cui i sostenitori si sono sentiti così rappresentati come ora. Naturalmente, arriveranno anche momenti difficili e l’Espanyol non potrà mantenere per sempre questa buona serie; ma ciò non ha importanza. Il tifoso rimarrà sempre fiero dei suoi colori e di una passione che, come recita il nuovo inno, oltrepassa la ragione.

