L’Atlético recupera la fiducia nei confronti dell’Inter, grazie a un’ultima prestazione straordinaria del ‘Comandante’

L’Atlético de Madrid ha fatto il risveglio giusto al momento opportuno. Ha rischiato di pagare il prezzo di un eccessivo rispetto nei confronti di un’Inter di Milano che, in alcuni frangenti, ha mostrato di essere superiore ai ragazzi di Simeone, ma solo quando gli è stato permesso.

Non è consueto, soprattutto al Metropolitano, dove la squadra col bandiera rossa e bianca rivendica con fermezza il proprio territorio, dimostrando né timidezza né mancanza di ambizione. Eppure, questa era l’impressione durante gran parte della partita di Champions League, che si è conclusa con una vittoria all’ultimo respiro, grazie a un gol spettacolare del ‘Comandante’ su calcio d’angolo.

Una vittoria che ha un sapore dolcissimo, fondamentale per avanzare nel torneo.

Quando l’Atlético ha trovato il vantaggio nel punteggio, senza alcuna giustificazione concreta, ha cominciato a riflettere. È stato quindi che la formazione italiana ha preso coraggio, riuscendo a pareggiare.

In quel momento, finalmente, si è vista la vera faccia dell’Atlético, incisivo e determinato, con un gioco offensivo. Due punti sarebbero andati in fumo se Giménez non si fosse elevato come un angelo nell’ultima azione. Ai ragazzi di Simeone farebbe bene ricordare questa partita per le future sfide, poiché cedere il controllo del gioco per due terzi a avversari di tale livello potrebbe costare caro.

L’Inter ha iniziato creando apprensione tra i tifosi del Metropolitano, con Di Marco che già in passato aveva trovato la rete in questo stadio. Il terzino sinistro italiano sembra apprezzare il terreno di gioco dell’Atlético. Già alla prima azione del match, su una punizione in prossimità dell’area, è andato molto vicino al gol. Solo l’ottima reazione di Juan Musso ha evitato che il pallone entrasse in rete.

Il team lombardo, caratterizzato da una disposizione offensiva che coinvolgeva i suoi esterni, schierava una linea di cinque nel centrocampo. Di Marco approfittava della mancanza di attenzione di Nahuel Molina e Giuliano, penetrando in area, ma la sua conclusione risultava troppo imprecisa.

Nei primi minuti, i rojiblancos mostrano segni di nervosismo e imprecisione, con diversi passaggi facilmente sbagliati e transizioni confusionali. In questo frangente, gli italiani continuavano a creare occasioni. Çalhanoglu tentava un tiro poco convinto; un altro tentativo di Bisseck finiva dritto fra le mani di Musso…

L’Atlético pareva optare per un ritmo più tranquillo del solito, mostrando rispetto per l’avversario. Non era trascorso nemmeno un quarto d’ora e già molti eventi si erano verificati: Molina perdeva un pallone a centrocampo, ma riusciva a recuperarlo, lanciando Giuliano, il quale metteva il pallone al centro dell’area. Bastoni interveniva leggermente, provocando un rimpallo; Carlos Augusto tentava di liberare il pallone cadendo, ma la sfera colpiva Álex Baena e si depositava ai piedi di un Julián Álvarez che, a distanza ravvicinata, segnava davanti a un impotente Sommer.

In un primo momento, l’arbitro François Letexier annullava il gol, ritenendo che ci fosse stato un tocco di braccio dell’attaccante almeriense. Tuttavia, dopo un’attenta revisione tramite VAR, il fischietto francese convalidava il gol. Con questo, Julián raggiungeva quota dieci reti in quattordici partite con la maglia rojiblanca, un traguardo notevole nella sua competizione.

Con il punteggio a favore, l’Atlético arretrava leggermente, ma l’Inter sfruttava l’occasione. Çalhanoglu tentava nuovamente la sorte da circa 25 metri con un tiro potente, che rimbalzava prima di arrivare a Musso, il quale continuava a guadagnarsi meriti.

Per una squadra con la forte personalità come quella guidata da Simeone, che aveva mostrato una grande intensità in partite contro squadre come il Real Madrid e l’Eintracht, sorprendeva vedere un approccio così prudente, caratterizzato da un gioco meno frenetico del solito, specialmente nelle partite disputate al Metropolitano.

Non era un’idea da scartare quella di rallentare il ritmo del gioco, cercando di gestire le criticità emerse all’inizio della gara, quando i rischi di subire un gol sembravano elevati. Mentre Giuliano si occupava della fascia destra, Gallagher faceva lo stesso sulla sinistra, per compensare l’ampiezza del gioco proposta da Chivu.

Fino alla conclusione del primo tempo, gli episodi più significativi erano due richieste di rigore da parte di Giuliano Simeone per situazioni differente. Il primo riguardava un leggero colpo di mano da parte di Bastoni; il secondo, dopo aver vinto il duello con il difensore italiano su un passaggio lungo, giungeva quando il giocatore cadeva a causa di un leggero contatto da parte del difensore. Letexier non sembrava convinto e, in effetti, l’argentino aveva realizzato la parte più complicata, posizionandosi davanti all’azzurro, con la possibilità di affrontare Sommer. Ma probabilmente il suo pensiero era che, se ci fosse stato un rigore, sarebbe potuto arrivare insieme a una espulsione. Era una situazione ad alto rischio, che si è rivelata infruttuosa.

Tuttavia, affrontare il vicecampione d’Europa comportava il rischio di dover pagare per eventuali errori, e quasi lo si è pagato al 42’. Un errore di Giuliano veniva sfruttato da Barella, che penetrava nell’area, serve il pallone all’indietro, Bisseck lo toccava di tacco, e l’impareggiabile Di Marco si faceva trovato pronto, cercando di colpire, ma il suo tiro si perdeva di poco sopra la traversa.

SECONDO TEMPO

La seconda metà della partita iniziava seguendo uno schema familiare, con un Inter intraprendente e un Atlético cauto. Già al primo affondo, i tifosi dell’Atletico provavano un brivido, frutto di una grande azione: un passaggio lungo di Bastoni, 30 metri di precisione, che trovava Barella pronto a controllare il pallone con classe, simile a Dennis Bergkamp. La sua conclusione, però, terminava clamorosamente sul palo, lasciando tutti con un sospiro di sollievo, poiché se fosse andato a segno, sarebbe stato un gol memorabile.

In quel frangente, il misero atteggiamento dell’Atlético veniva salvato dall’incrocio dei pali: il portiere, che si era reso protagonista di una grande parata poco dopo su un tiro di Di Marco, lanciato da Lautaro, dimostrava la sua bravura con un’uscita decisiva.

Tuttavia, l’andamento della partita iniziava a destare preoccupazione. Il terreno di gioco mostrava un chiaro predominio a favore della porta dei colchoneros, complici anche i movimenti statici della squadra. L’Inter, invece, sembrava più incisiva nel gioco. E fu proprio grazie a un’ottima manovra ch’era arrivato il gol del pareggio: una rapida triangolazione in area, con l’Atlético in affanno, permetteva a Zielinski di presentarsi nuovamente davanti a Musso. Questa volta, il portiere non poté opporsi e il pallone finì in rete.

Simeone ha apportato alcune modifiche alla formazione. Sono entrati Pubill, Nico González e Koke, mentre Molina, Gallagher e Johnny Cardoso sono usciti. La scelta iniziale non sembrava aver prodotto risultati tangibili, non tanto per il gioco, ma per quella determinazione di cercare di controllare l’incontro. Non era passato molto tempo prima che Giuliano e Baena fosse vicini al gol del 2-1 con due tiri quasi in rapida successione. Solo quando l’Atlético si è trovato sul pareggio, ha finalmente osato fare il passo che avrebbe dovuto intraprendere prima. Sono stati inseriti anche Sorloth e Griezmann, esaurendo così le sostituzioni, e entrambi hanno avuto importanti opportunità. In dieci minuti, la squadra colchonera ha effettuato più conclusioni che in tutto il resto della partita. Ora era l’Atlético a mettere in difficoltà gli avversari. Il Metropolitano ha dovuto attendere il momento di recupero per esplodere in un urlo di gioia, quando Giménez si è innalzato sopra gli altri per deviare di testa un calcio d’angolo, inviando la palla in rete.

Giménez ha dichiarato: “Quando ho colpito di testa, ho pensato alla mia famiglia, che mi sostiene ogni giorno”

Musso ha dichiarato: “Vincere in questo modo contro l’Atlético è qualcosa di speciale.”