Il FC Barcelona ha riaperto il suo nuovo Camp Nou e, finora, ha collezionato solo vittorie. Il trionfo per 4-0 contro l’Athletic Club e il recente successo per 3-1 contro l’Alavés segnano un nuovo capitolo nella storia di questo iconico stadio.
L’Atletico Madrid, prossimo avversario, rappresenta una seria minaccia per questa striscia vincente della formazione blaugrana, grazie alla sua attuale forma positiva, con sette vittorie consecutive, e al suo significato nella storia del club. Non solo l’Atletico ha dato una battuta d’arresto ai festeggiamenti per il centenario del Barça il 28 novembre 1998, segnando con un rigore messo a segno da Vladimir Jugovic, ma è stato anche il primo club a segnare punti in un Camp Nou appena inaugurato, il 8 dicembre 1957.
Due mesi prima, il primo match ufficiale del Barça si era svolto nel nuovo stadio contro il Real Jaén, il 6 ottobre 1957, dando inizio a un lungo percorso di partite in questa struttura. Quella partita di apertura della Liga 1957-58 si concluse con un 6-1 a favore della squadra allenata da Domènec Balmanya e guidata in campo da Ladislao Kubala.
Tra i gol segnati, uno fu realizzato da Laszi, mentre Justo Tejada ed Eulogio Martínez contribuirono con delle doppiette, e il primo gol in assoluto fu firmato dal uruguaiano Ramón Alberto Villaverde. Da quel momento fortunato per il Barça, seguirono altre cinque partite, tutte con risultati favorevoli per la squadra di casa, quattro in Liga e una in Coppa delle Fiere. Fu solo nel settimo incontro disputato al Camp Nou che il primo insuccesso si presentò, con l’Atletico di nuovo come avversario.
Proprio come i grandi campioni attuali del Barça sottolineano l’importanza di giocare a casa “veramente”, anche i fuoriclasse della storica squadra blu-rossa riconoscevano il ruolo intimidatorio del Camp Nou, capace di ospitare fino a 99.053 tifosi. “Un campo più grande porta a una maggiore advantage”, affermava l’attaccante paraguaiano Eulogio Martínez, riferendosi non solo all’ampiezza dell’impianto, ma anche alle dimensioni del terreno di gioco stesso. Tuttavia, c’è sempre qualcuno pronto a infrangere questa pressione e quel giorno, in occasione della festa della Concepimento, fu l’Atlético di Madrid, guidato da Fernando Daucik, noto per il suo successo con le ‘Cinc Copes’ e cognato di Kubala, a dare battaglia. Il primo a segnare per il Barça fu Laszi, al 33º minuto, grazie a un passaggio di Evaristo de Macedo, ma solo tre minuti dopo Rafa riportò in parità il punteggio. Nel secondo tempo, Kubala realizzò un rigore al 53º minuto, dando di nuovo il vantaggio ai blu-rossi, fino a quando Peter non siglò il definitivo 2-2 al 72º minuto, assistito da Escudero. La formazione del Barça, allenata da Balmanya, comprendeva Ramallets, Olivella, Gràcia, Segarra, Verges, Gensana, Basora, Kubala, Evaristo, Luis Suárez e Tejada. Dall’altra parte, l’Atlético di Daucik schierava Pazos, Chuzo, Heriberto Herrera, Callejo, Verde, Peiró, Peter, Miguel, Escudero, Rafa e Collar. Luis Suárez, primo giocatore spagnolo a vincere il Pallone d’Oro, fu espulso al 60º minuto. Questa fu una delle quattro espulsioni nella sua carriera, durata due decenni tra la Liga spagnola e il campionato italiano, fino al suo ritiro nella Sampdoria di Genova nel 1973.

