José María del Nido Carrasco, il presidente del Sevilla, ha comunicato che i lavori di ristrutturazione dello stadio Ramón Sánchez Pizjuán prenderanno avvio al termine della prossima stagione, precisamente a partire da giugno 2027. Durante l’ultima Assemblea Generale Ordinaria degli Azionisti, ha rivelato che sia la Junta de Andalucía che il Comune di Sevilla hanno già autorizzato lo studio preliminare e il progetto presentato dal consiglio di amministrazione.
Del Nido ha fissato per giugno 2027 l’inizio dei lavori, che potrebbero coincidere con la permanenza del Betis allo stadio de La Cartuja, a causa del prolungamento necessario delle opere al Benito Villamarín, ancora in fase di aggiudicazione. “Il progetto di valorizzazione sarà presentato entro la fine di questo mese e ci auguriamo che venga approvato nel primo trimestre del 2026.
Prevediamo di completare il progetto di base nel secondo trimestre del 2026 e quello esecutivo nel terzo. Attualmente, una società di prim’ordine sta studiando come utilizzare gli quasi 50 mila metri quadrati di spazi commerciali che avrà il Nuovo Ramón Sánchez Pizjuán, dato che la costruzione sarà autofinanziata attraverso i ricavi generati”, ha spiegato il presidente, che ha dovuto fronteggiare le perplessità degli azionisti.
Alcuni di loro hanno messo in discussione la credibilità dell’iniziativa e l’uso futuro dello stadio, che è visto come un patrimonio sacro per i tifosi del Sevilla, poiché addirittura la comunità ha contribuito economicamente alla sua realizzazione negli anni ’50. Da questo punto di vista, per gli azionisti l’entrata di capitali stranieri rappresenta una seria minaccia a causa della speculazione che potrebbe verificarsi sui terreni sia del Sánchez Pizjuán che della città sportiva, anch’essa realizzata grazie agli sforzi di molti tifosi sevillisti. “Nel progetto previsto, venderete lo stadio e la città sportiva?”, ha chiesto un azionista.
L’atmosfera di tensione e scetticismo riguardo al futuro dello stadio sta aumentando tra i tifosi del Sevilla, e i piccoli azionisti hanno evidenziato questo problema durante l’assemblea. Con l’onere del debito che grava sulla società, cresce la preoccupazione che i nuovi investitori possano sfruttare questa proprietà per ottenere profitti personali.
