Mancavano circa trenta minuti all’inizio dell’incontro tra il FC Barcelona e l’Osasuna, con oltre 15.000 tifosi già sistemati nei loro posti. La consueta musica d’ambiente riempiva l’aria, accompagnata da animazioni familiari, mentre i portieri dell’Osasuna scendevano in campo per il riscaldamento.
Si attendeva l’arrivo di Szczesny, Iñaki Peña e Diego Kochen, ma il loro ingresso tardava. La tradizionale uscita dei portieri del Barcellona per ripassare la strategia difensiva del primato non avveniva. Poco prima, il club catalano aveva condiviso sui social la formazione, caratterizzata da diverse rotazioni, e mostrava l’arrivo dei giocatori e dello staff tecnico a Montjuïc.
Nulla lasciava presagire il tragico evento che era in procinto di accadere; né i calciatori avevano indizi in merito. Mentre i sussurri cominciavano a diffondersi nei corridoi dello stadio e le notizie sulla sospensione, richiesta dal Barcellona e prontamente accettata da RFEF, LaLiga e Osasuna, cominciavano a circolare, i portieri del Barcellona non si vedevano né i consueti coni e palloni per l’allenamento erano stati posizionati. I tre portieri dell’Osasuna continuavano a esercitarsi. Esattamente alle 20:43, mentre alcuni media cominciavano a rivelare il nome del medico deceduto, un’informazione che la maggior parte dei colleghi aveva preferito tenere riservata fino a quando la famiglia non fosse stata avvisata, l’altoparlante del Lluís Companys annunciava “la sospensione a causa del decesso del dottor Carles Miñarro Garcia” in catalano, spagnolo e inglese. Gli spettatori, reagendo in modo spontaneo, risposero con applausi timidi ma rispettosi. Contestualmente, iniziava l’uscita ordinata dei tifosi dalle loro postazioni, mentre i calciatori, visibilmente scossi, lasciavano il loro spogliatoio.
Montjuïc stava per chiudere temporaneamente, riaprendo martedì prossimo.
