Poche storie incarnano meglio il delicato equilibrio tra separazione e eroismo come quella di Cristian Portugués, noto come Portu, nel contesto attuale del Girona. Il giocatore originario della Murcia è stato vicino a lasciare la squadra durante la finestra di trasferimenti invernale, in direzione Vigo, considerando una proposta del Celta, dopo aver manifestato insoddisfazione per il suo limitato tempo in campo nella prima parte della stagione.
Secondo il quotidiano ARA, Portu ha chiesto alla società l’autorizzazione per trasferirsi. Non riusciva a trovare il suo posto nel sistema di gioco del team catalano e, dopo essere recuperato da un infortunio alla caviglia, non vedeva possibilità tangibili di ricevere il riconoscimento che meritava indossando la maglia ‘blanc-i-vermell’.
Tuttavia, è intervenuto Míchel. L’allenatore, consapevole dell’importanza che Portu riveste dentro e fuori dal rettangolo di gioco, lo ha esortato a restare, promettendo un ruolo cruciale per il finale della stagione. Portu ha accolto la sfida, apprezzando la franchezza del suo mister e impegnandosi pienamente con gli obiettivi del club di Girona. Da quel momento, la sua presenza è cresciuta progressivamente fino a diventare fondamentale. Sebbene non fosse un titolare inamovibile, ha dimostrato di essere un elemento capace di accendere le partite, portando energia e vitalità quando il team mostrava segni di affaticamento. Fedele compagno di Cristhian Stuani, insieme hanno rappresentato l’istanza di una vecchia guardia, offrendo quell’ancora emotiva di cui i tifosi avevano bisogno in tempi complicati. La sua gratificazione è arrivata con un goal a San Sebastián contro la Real Sociedad, un momento atteso a lungo – non segnava dal celebre 4-2 contro il Barcellona della scorsa stagione quando contribuirono a garantirsi un posto in Champions League – ma che ha un significato particolare. È stata la conclusione simbolica di una stagione dedicata e contrassegnata dal sacrificio per la maglia.
Prima dell’inizio di quella partita, Míchel ha rivelato i suoi pensieri. “Se c’è qualcosa di cui mi pento, è di non aver concesso più tempo di gioco a Portu”, ha ammesso. Questa affermazione mette in luce che, oltre ai numeri, ci sono atleti che sostengono i progetti con una qualità che non si può insegnare: la dedizione. E così, il murciano, che era quasi pronto a lasciare, è diventato il salvatore della squadra che lo ha visto esprimere il suo talento da professionista.