Sette differenze tra PSG e Atlético, a sette mesi di distanza

Il Paris Saint-Germain e l’Atlético di Madrid si ritroveranno domenica per la prima giornata del gruppo B del Mondiale per club, a sette mesi di distanza dall’unico incontro ufficiale tra le due squadre, che si è svolto il 1-2 nella Champions League al Parco dei Principi di Parigi.

In quell’occasione, l’argentina Ángel Correa ha segnato nel finale su un contropiede, chiudendo una partita in cui il team di Diego Simeone ha mostrato una notevole resistenza di fronte al predominio continuo del PSG, allenato da Luis Enrique Martínez, che faticava a concretizzare le sue occasioni.

1 – La ‘nuova’ capacità offensiva del PSG: Nell’incontro del 6 novembre scorso, l’efficienza in attacco è stata determinante per il successo dell’Atlético, che ha effettuato solo quattro tiri verso la porta di Gianluigi Donnarumma (che difenderà nuovamente i pali) e ha segnato due reti, a fronte dei 19 tentativi del PSG. Solo nove di questi tiro erano on target, con un solo gol realizzato, evidenziando un tasso di realizzazione del 12%. In quel periodo, il PSG stava attraversando una fase di difficoltà nel trovare il gol nonostante avesse già segnato 32 reti in 14 partite ufficiali, mantenendo una media di 2,28 gol a match. Dopo quell’incontro contro l’Atlético, il PSG ha disputato 44 partite conquistando 120 gol, con una media di 2,72 per match, superando di 21 reti le attese statistiche, che erano fissate a 98,51.

2 – Il contrasto di Griezmann: In quella partita, Antoine Griezmann non ha offerto una grande prestazione; era in campo insieme a Julián Alvarez, ma è stato comunque determinante, affiancato da Jan Oblak.

La presenza dell’attaccante argentino negli ultimi momenti della partita ha guidato Ángel Correa verso il gol del 1-2, grazie alla sua lucidità e capacità di lettura del gioco. A novembre, il giocatore aveva accumulato già quattro reti e cinque assist nelle prime diciassette partite, confermandosi come titolare indiscusso, qualcosa che oggi non è più il suo status. Infatti, attualmente vive un periodo difficile, avendo chiuso 16 gare senza segnare, con la titolarità persa in cinque delle ultime sette partite. Negli ultimi 21 match ufficiali con l’Atlético, ha messo a segno solo un gol e fornito tre assist, e sembra destinato a partire dalla panchina nella prossima sfida al Rose Bowl.

Riguardo a Ousmane Dembélé, quando si affrontarono Atlético Madrid e PSG al Parco dei Principi, egli partì titolare sulla fascia destra, ma non riuscì a brillare come ci si aspettava. Fino a quel momento della stagione, le sue statistiche erano buone, con 5 reti e 4 assist in dodici partite, ma dal 2025 le sue prestazioni sono aumentate in modo esponenziale. Dembélé ha intrapreso un percorso straordinario, tanto da diventare un serio pretendente al Pallone d’Oro. Da metà dicembre 2024 ad oggi, ha disputato 33 partite con il PSG, segnando 28 gol e realizzando otto assist. Tuttavia, un infortunio subito nella semifinale della Nations League contro la Spagna lo lascia in dubbio per l’incontro di domenica contro l’Atlético.

Infine, c’è la situazione di Alexander Sorloth, atteso titolare nel match di domenica. Nel recente incontro del 6 novembre al Parco dei Principi, non ha avuto alcun minuto di gioco, non rientrando nemmeno tra i titolari. Julián Alvarez e Antoine Griezmann hanno occupato l’attacco, escludendo Sorloth anche come alternativa dalla panchina in una partita cruciale per il futuro del club nella Champions League.

Simeone ha realizado cinque modifiche alla sua formazione, ma il noto attaccante norvegese non è stato incluso, vivendo ora una fase totalmente differente. È in una striscia positiva, avendo segnato sette reti nelle ultime quattro sfide con l’Atlético Madrid e sembra essere un elemento essenziale nel suo schieramento. Prima della competizione mondiale per club, ha già messo a segno 24 gol nel suo primo anno con la squadra.

Per quanto riguarda le formazioni, nel passato match, l’undici scelto da Luis Enrique Martínez mostrava un assetto ben definito (Donnarumma; Achraf Hakimi, Marquinhos, William Pacho, Nuno Mendes; Zaire Emery, Vitinha, Joao Neves; Ousmane Dembele, Bradley Barcola; e Marco Asensio), ma ha subito tre cambiamenti significativi nel presente: Kvicha Kvaratskhelia, Fabián Ruiz e Desiré Doué. Quest’ultimo, considerato una rivelazione della stagione a soli 20 anni, è profondamente cambiato rispetto alla partita precedente. Allora era appena entrato in campo per pochi minuti e non aveva ancora segnato con la squadra di Luis Enrique. Attualmente, però, è diventato uno dei giocatori più promettenti del gruppo, avendo realizzato 15 reti e 14 assist in questa stagione.

Infine, Kvaratskhelia ha rappresentato un’importante acquisizione per il Paris Saint Germain, che ha affrontato il mercato invernale con l’ambizione di vincere tutto. Acquistando il talentuoso esterno dal Napoli per 70 milioni di euro, il club parigino ha dato una spinta considerevole al proprio progetto. Kvaratskhelia ha partecipato a 25 delle 28 gare disponibili, di cui 21 da titolare, inclusi tutti gli incontri della fase a eliminazione diretta di Champions League fino al trionfo ottenuto a Monaco.

Ha segnato sette volte e fornito cinque assist, creando un grande squilibrio per gli avversari. 7 – Un PSG vittorioso in ogni competizione Le incertezze iniziali del Paris Saint Germain, che aveva vacillato nella corsa alla Champions (con una sconfitta di 2-0 contro l’Arsenal, un pareggio per 1-1 in casa contro il PSV Eindhoven e una vittoria per 1-0 contro il Girona grazie a un errore del portiere Paulo Gazzaniga), hanno preso una piega opposta. Oggi, il PSG si è laureato campione di tutti i tornei a cui ha partecipato. Ha conquistato il campionato con un dominio innegabile; ha vinto la Coppa di Francia con lo stesso predominio; ha portato a casa la Supercoppa di Francia e, soprattutto, ha raggiunto un traguardo storico: la sua prima Liga di Campioni, che lo solleva dalla pressione, ma non dalle responsabilità nel prossimo Mondiale per club. Ha anche ambizioni di quella vittoria.

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