Il segreto per raggiungere il successo nel mondo di Groguet risiede nella capacità di mantenere un giusto equilibrio

Il Villarreal ha avviato la stagione in modo molto promettente, ma ha ancora delle sfide da affrontare, soprattutto nei grandi incontri. In Champions League, hanno ottenuto solo un punto, nonostante abbiano eliminato squadre di alto calibro come il Tottenham e il Manchester City di Guardiola.

In campionato, hanno subito una sconfitta contro l’Atlético de Madrid e, sebbene abbiano avuto il controllo nella partita contro il Betis, hanno visto sfuggire due punti. Tuttavia, in generale, hanno dimostrato una notevole solidità, mantenendo un gioco ben organizzato e collaborativo.

Quando Marcelino schiera la squadra, ha a disposizione 5 o 6 alternative pronte a scendere in campo, tutte valide e potenzialmente impiegabili negli squadroni europei. Questa abbondanza di giocatori di qualità alimenta una sana competizione, rendendo difficile per chiunque garantire il proprio posto in formazione. Oggi, il tecnico si trova di fronte allo stesso dilemma che dovette affrontare a settembre con l’acquisto di Renato Veiga dal Chelsea. Ma è un bel problema da gestire, considerando che vanta tre dei difensori più ambiti in Europa: Rafa Marín, protagonista nella vittoria del Calcio con il Napoli la scorsa stagione; Juan Foyth, già recuperato da un infortunio, da tempo nei radar del Barcellona; e Renato Veiga, fresco vincitore della Coppa del Mondo con il Chelsea di Enzo Maresca.

Il Villarreal ha saputo muoversi bene sul mercato, portando a termine fino a 11 nuovi acquisti, tenendo conto dell’intensa agenda di competizioni tra Liga, Champions e Coppa del Re. Dopo la partenza di Raúl Albiol, il rafforzamento della difesa è diventato fondamentale. Anche il centrocampo necessita di rinforzi, considerando l’uscita di Baena, uno dei migliori della scorsa annata, trasferitosi all’Atlético. Il reparto dove Marcelino ha puntato di più è l’attacco, lasciando andare Barry e Etta Eyong e ingaggiando Moleiro, Solomon, Mikautadze (la stella del Lione) e Oluwaseyi.

La squadra di Marcelino è nota per la sua imprevedibilità nelle scelte di formazione, non solo per quanto riguarda i difensori centrali, ma anche sui lati con Mouriño e Cardona inizialmente titolari. Tuttavia, quando Pau Navarro e Pedraza hanno avuto la loro occasione, non hanno deluso. Una situazione analoga si verifica a centrocampo, dove nelle posizioni da interni si alternano Comesaña, Pape Gueye, Parejo e Thomas Partey. Per quanto riguarda l’attacco, c’è un mix di talento e velocità con giocatori come Moleiro, Solomon, Ilias Akhomach, Buchanan, Nicolas Pepé, Mikautadze, Oluwaseyi, Ayoze Pérez e Gerard Moreno. Anche se i primi quattro sono maggiormente coinvolti nella fase difensiva, emergono per la loro capacità di creare gioco e per la verticalità delle loro azioni. Infine, la questione del portiere resta un tema caldo. La competizione tra Júnior e Arnau Tenas è più accesa che mai. Arnau ha collezionato cinque presenze da titolare tra campionato e Champions, ma Júnior ha recentemente ottenuto due partite consecutive da titolare, subendo solo un gol. Tenas, pur avendo subito più reti di Júnior, ha affrontato partite di maggior difficoltà rispetto al portiere brasiliano. Nel frattempo, Diego Conde, che l’anno scorso era titolare, oggi occupa la posizione di terzo portiere senza opportunità di scendere in campo. I risultati del Villarreal sono eccellenti, ma non sorprendono data la qualità dei giocatori che Marcelino ha a disposizione in ogni ruolo. Al momento, la squadra si trova in terza posizione, a sette punti dalla capolista, e in Champions è nelle fasi finali, ma ha ancora tempo e qualità per invertire la situazione.

Maldini ha commentato un atleta del Real Madrid durante il Clásico contro il Barcellona, sottolineando l’importanza della sua variazione di ruolo per dare maggiore libertà a Bellingham