Il match tra l’Atlético de Madrid e il Sevilla, che si terrà sabato 1 novembre al Metropolitano, offre un confronto interessante tra due allenatori che sono anche grandi amici. Non è la prima occasione in cui il Cholo affronta un caro amico, avendo già un precedente quando ha incontrato il Turco Mohammed, all’epoca tecnico del Celta de Vigo, in quella circostanza fu proprio Mohammed a prevalere.
Adesso, Simeone si trova di fronte a un altro amico speciale, Matías Almeyda, che guida un Sevilla in cerca di una nuova identità. È probabile che il tecnico argentino conosca Almeyda come pochi altri, dato che gran parte della loro carriera entrambi l’hanno trascorsa insieme, sia a livello di club che nella Nazionale.
Il picco della loro collaborazione avvenne nel campionato italiano, dove entrambi furono elementi fondamentali della S.S. Lazio sotto la direzione di Sven-Göran Eriksson, contribuendo a formare una squadra leggendaria. Hanno conquistato trofei prestigiosi come la Serie A, la Coppa Italia, la Supercoppa di Italia e la Supercoppa di Europa. Sebbene abbiano rappresentato l’Argentina in due Coppe del Mondo (1998 e 2002), non sono riusciti a trionfare con la nazionale maggiore, ma hanno condiviso la gioia della medaglia d’argento alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996.
La loro amicizia si è cementata nel tempo, tant’è che condividevano la stanza durante i ritiri con la Lazio e talvolta anche con la Nazionale. Le loro personalità erano diverse: “Io ero abituato a restare sveglio la notte, mentre il Cholo andava a letto presto per adeguarsi agli orari europei. Invece io mi godevo il mio sigaretta a quell’ora.”
Matías Almeyda ha condiviso alcune aneddoti interessanti riguardo alla sua carriera calcistica e alla sua ammirazione per Diego Simeone durante un’intervista. Mentre rivestiva il ruolo di allenatore, Almeyda cercava di portare Giovanni Simeone, il primogenito del Cholo, a Banfield. L’arrivo di Giovanni avvenne verso la fine del suo periodo alla guida della squadra verdiblanca. Almeyda ha aperto il suo cuore su quanto Simeone rappresenti per lui come tecnico, rivelando che durante il suo passaggio al Sevilla, i giornalisti gli hanno chiesto se aspira a diventare il “Simeone del Sevilla.”
In risposta, Almeyda ha sottolineato che, sebbene condividano alcune similitudini, le loro filosofie di allenamento sono piuttosto distinte. Ha descritto Diego come un eccellente professionista, ma ha anche accennato all’intensa dedizione del Cholo verso il calcio, definendola una sottile linea tra professionalità e passione ossessiva. Almeyda ha espresso il desiderio di replicare i successi di Simeone all’Atlético: “Spero di ottenere risultati simili a quelli del Cholo con il Sevilla,” ha dichiarato.
Inoltre, ha illustrato un episodio del 2006 in cui si trovava sul punto di diventare assistente di Simeone a Racing. Nonostante avesse inizialmente accettato l’incarico, Almeyda ha cambiato idea nel pomeriggio, comprendendo di volere un ruolo da allenatore principale e di desiderare ancora di giocare. Ha quindi ringraziato Simeone ma ha deciso di rinunciare all’opportunità.
“Quando il Cholo ha iniziato la sua carriera da allenatore, mi ha contattato per unirsi al suo staff, ma in quel momento non era ciò che cercavo”, ha ricordato all’arrivo al Sevilla. Simeone era convinto che Almeyda avesse il potenziale per diventare un grande allenatore. “Ho sempre pensato che sarebbe diventato un tecnico, poiché avevo notato in lui delle qualità significative. Matías è un allenatore che apprezzo. Ha coraggio e idee molto chiare. Trasmette sempre ai suoi giocatori passione, dedizione, determinazione e, soprattutto, convinzione. Questo è fondamentale perché ho sempre creduto che la differenza tra gli allenatori risieda nella nostra capacità di persuadere i calciatori rispetto a ciò che desideriamo, e lui riesce a farlo grazie alle sue convinzioni, come ha dimostrato ovunque sia andato”, ha dichiarato nei ricordi di Almeyda.

