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Pippo Inzaghi è stato esonerato nonostante il terzo posto in campionato

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E sono cinque. Cinque come i trofei internazionali vinti con la maglia del Milan (due Champions League, una coppa del Mondo per Club e due Supercoppe europee). Cinque come le reti messe a segno in altrettante finali. Cinque, ancora, come le triplette messe a referto con addosso i colori del Milan.

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E cinque, infine, come gli esoneri che hanno contraddistinto fin qui la sua carriera da allenatore. Milan, Venezia, Bologna, Benevento e, da ultimo, il Brescia.

Pippo Inzaghi è stato esonerato

Sì, perché nonostante il fratello del tecnico dell’Inter fosse stato in grado di portare il Brescia a soli due punti (-2) dalla vetta del campionato di Serie B, e ad una sola distanza dal secondo posto (-1), valevole anch’esso, come del resto il primo, un accesso diretto al massimo campionato italiano di calcio, l’esuberante presidente del club, Massimo Cellino, ha ben deciso di esonerarlo, così, su due piedi, togliendogli improvvisamente la panchina da sotto le natiche.

Galeotta, da questo punto di vista, l’ultima uscita dei bresciani in campionato. Dopo una sessione di calciomercato di assoluto livello, nel corso della quale alla corte di Inzaghi sono giunti ben 6 nuovi giocatori, tra cui nientemeno che Palacio e Adorni, la squadra di Pippo è infatti incappata in un pareggio a reti bianche sul campo del Cosenza Calcio. Un risultato, quest’ultimo, che ha lasciato completamente insoddisfatto il patron del Brescia, quel Massimo Cellino che così spesso ha attirato su di sé le attenzioni del Mondo del Calcio prendendo una decisione più sconcertante dell’altra. Ultima della serie, proprio l’esonero di Filippo Inzaghi, il quale lascia al suo erede una squadra convinta e propositiva, unicamente colpevole, stando alle indiscrezioni, di non proporre lo stile di giuoco promosso da Cellino stesso.

Le incomprensioni con i presidenti

Per l’ennesima volta, pertanto, il mattatore di Atene si ritrova a dover fare i conti con una presidenza arcigna e “invasiva”. Già ai tempi del Milan, infatti, in occasione della sua primissima esperienza da allenatore di calcio, Pippo Inzaghi si era scontrato più volte con l’allora presidente del club Silvio Berlusconi per ragioni di formazione. A quei tempi, tuttavia, il campione del mondo finiva spesso e volentieri per cedere ai consigli del Cavaliere, cosa che invece non si è proprio sentito di fare nei confronti di Massimo Cellino. E così, dopo nemmeno 6 mesi, l’ex attaccante del Milan si vede costretto a fare le valige per l’ennesima volta nella sua ancor breve carriera da allenatore. Un peccato, un vero e proprio peccato, anche perché a Super Pippo mancava una sola vittoria per raggiungere il traguardo delle 100 vittorie in panchine ufficiali di club. Poco male, sarà per la prossima squadra. Nella speranza, sempre più flebile a dir la verità, che si tratti di un società in grado di lasciargli i suoi spazi. Almeno per una volta.

Ora tocca a Diego Lopez

Massimo Cellino, per sostituire Filippo Inzaghi, si è subito affidato a uno dei suoi fedelissimi: nientemeno che Diego Lopez. L’ex giocatore del Cagliari, infatti, è uno dei suoi pupilli, ragion per cui spesso e volentieri nei momenti di bisogno il presidente del Brescia ha deciso di ricorrere ai suoi servigi. Fino ad ora, tuttavia, sempre con scarsi risultati. Ad ogni modo – chi può dirlo? – forse questa sarà la volta buona.

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