Arrivai a riflettere che forse…

Nel dicembre del 2018, dopo la rimozione di Asier Garitano, il club decise di dare a Imanol Alguacil il comando definitivo della prima squadra. L’obiettivo non era solo quello di risolvere un problema immediato per poi ritornare a un ruolo secondario, ma di guidare un progetto a lungo termine.

Poco si immaginava, all’epoca, che il viaggio dell’allenatore di Orio si sarebbe protratto così a lungo e avrebbe raggiunto dimensioni inaspettate. È vero che se lo era meritato, avendo risposto con successo alla sfida di sostituire Eusebio, ma inizialmente il suo era un incarico temporaneo, in attesa che fosse trovato un sostituto appropriato.

In seguito, come uomo di club, sarebbe ritornato alle sue funzioni precedenti. Imanol stesso riconosceva di non sentirsi ancora pronto per un impegno maggiore, e in quel momento andava bene così. Tuttavia, l’esperienza, seppur breve, aveva già acceso in lui il desiderio di crescita e di progresso. Gli piaceva quello che faceva, e sapeva che doveva solo pazientare per un’altra occasione. Quest’opportunità arrivò pochi mesi dopo, senza incertezze da parte del club o del tecnico: Imanol era il candidato ideale. Da quel momento, ogni decisione presa da Imanol rappresentava un passo verso la maturazione e la definitiva affermazione di un professionista diverso. Cominciai a pensare che la Real avesse trovato il proprio Guy Roux, l’allenatore francese che guidò l’Auxerre per quarant’anni, o magari il suo Alex Ferguson, che trascorse quasi tre decenni con i Red Devils di Old Trafford, o il suo Arsène Wenger, che per 22 anni comandò l’Arsenal a Londra.

Imanol racchiude tutte le qualità necessarie a un tecnico desideroso di lasciare il segno in un club come la Real Sociedad. Non è un caso che provenga dalla stessa istituzione. Nessuno meglio di lui può affrontare questa sfida con il giusto spirito. Tuttavia, la scorsa domenica, la squadra femminile della Real ha subito una sconfitta eclatante contro il Valencia, ultimo in classifica, al Zubieta. Questo risultato ha rappresentato una quasi completa resa dell’allenatore Sánchez Vera, che difficilmente potrà dimenticare ciò che sta accadendo in questa stagione. Di settimana in settimana, il team sembra aver toccato il fondo, e là da cui partire dovrebbe generare una reazione positiva verso il risalire, ma incredibilmente questa non si è ancora manifestata. Infatti, poche ore dopo la partita, Sánchez Vera ha condiviso un messaggio sui social, esprimendo di sentirsi “imbarazzato, triste, colpito e quasi affondato”. È un segno di grande onestà, quasi doloroso, quando un professionista, indipendentemente dal suo campo, realizza che la situazione è giunta a tal punto, ignorando ovviamente le responsabilità personali. Le motivazioni di questo grande insuccesso potrebbero rimanere un mistero per tutti, ma è indubbio che tutti escono da questa situazione ‘imbarazzati’. Dall’altro lato, da lunedì, Sergio Francisco, il nuovo allenatore della prima squadra, ha iniziato a pianificare la stagione ventura. Nel frattempo, Imanol continua il suo lavoro, con compiti ancora da completare.

Sarebbe ragionevole supporre che queste due entità collaborino strettamente, ma in realtà non è così. Anche se si conoscono e si rispettano reciprocamente, ciascuno ha un compito specifico, ed è meglio non sovrapporre le loro funzioni, almeno fino al termine di questa fase. L’ultimo incontro L’ultimo episodio che ha coinvolto la squadra principale della Real Sociedad colloca il prossimo derby di domenica in una situazione piuttosto unica. I punti in palio rimangono preziosi per entrambe le squadre; l’importanza del risultato di un derby va oltre la semplice classifica. Tuttavia, ciò che conta di più è che sarà l’ultima occasione per Imanol di partecipare come allenatore, quasi un ultimo ballo.

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