E improvvisamente, c’era l’Europa

Oggi è il giorno tanto atteso, il giorno in cui la Real Sociedad inizia la sua gara europea di questa stagione. Questa data, solitamente carica di aspettative ed emozioni, si è forse trasformata in una delle più temute, non necessariamente a causa dell’avversario, nonostante abbia sconfitto pesantemente una squadra storica come il Saint Etienne.

Piuttosto, la preoccupazione nasce dalla fase di incertezza in cui si trova la squadra di Imanol. Le incertezze create da questa squadra sono tali che, indipendentemente dalla modesta statura dell’avversario, appare come una sfida difficile da superare. Mai prima d’ora la squadra di Imanol si era presentata con così tanti dubbi, diffidenze e incertezze.

Negli ultimi tempi, si è parlato poco della squadra francese ma molto più delle carenze osservate in questa rosa, degli errori commessi in ogni partita dai giocatori, delle possibilità o delle alternative che Imanol potrebbe considerare per cercare di cambiare la situazione attuale. Non posso fare a meno di sorridere quando penso a tutto questo perché, dopo aver vissuto per un po’, ho avuto l’opportunità di vedere tutte le sfaccettature e, certamente, almeno fino ad oggi, la situazione attuale non è nemmeno lontanamente la più preoccupante.

È vero che negli ultimi dieci anni la Real Sociedad ha raggiunto un rango elevato, sia dentro che fuori dal campo, e questa è certamente una buona notizia. Tuttavia, questo status comporta una serie di responsabilità e aspettative che non sono sempre facili da assolvere. La Real è “costretta” a dimostrare il suo valore ogni anno, anche il successivo, una situazione che non si verificava in passato, e quando le cose vanno male, tendono a peggiorare notevolmente. Tutto sembra più grave, perché gli obiettivi sono alti e non è semplice rimanere costantemente in forma. Ma la Real, dopo sette difficili giornate di campionato, si trova sulla soglia di una nuova edizione della Europa League, e questo dovrebbe essere un motivo sufficiente per rialzarsi, ritrovare la speranza e sognare qualcosa di grande.

Ora che il presidente Aperribay ha deciso di entrare nel settore editoriale, con la “pubblicazione” di vari libri sulla Real Sociedad, è utile ricordare un’altra opera, prodotta negli ultimi 50 anni, che racconta numerosi episodi vissuti dalla squadra nel suo percorso europeo. Questo viaggio si è iniziato un mezzo secolo fa. Il 18 settembre 1974, il campo di Atotxa, spesso richiamato, apriva le sue porte per accogliere una squadra, allora appartenente alla Cecoslovacchia, ora dissolta, il Banik di Ostrava. Non erano né il Liverpool né l’Inter, che avrebbero frequentato anni più tardi, ma erano abbastanza forti da superare la resistenza di un gruppo di calciatori novizi, senza alcuna esperienza in questo campo, ma con tonnellate di entusiasmo. Accadde ciò che doveva accadere… e i cecoslovacchi passarono al turno successivo, mentre la Real rimase eliminata. Ma quella fu la prima pietra di un percorso che oggi, mercoledì, vivrà un nuovo traguardo a Nizza. La Real non è inferiore a nessuno, e si scontra con i grandi del continente senza timori, consapevole dei suoi limiti, ma anche delle sue qualità. Giocare in Europa non può mai essere una punizione, un ostacolo, una distrazione, ma una grande opportunità.

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