L’assenza del Sevilla nelle competizioni europee ha portato a una drastica diminuzione delle entrate del club di Nervión. In un contesto di tensioni legali con José María del Nido Benavente, il consiglio d’amministrazione presenterà durante la prossima Assemblea Ordinaria degli Azionisti un deficit record di 81,7 milioni di euro.
Questa somma allarmante è principalmente dovuta al crollo degli introiti derivanti dalle competizioni, in particolare della Champions League, alla diminuzione delle entrate televisive dovuta alla flessione della squadra nella classifica della Liga, e alla scelta di rescindere contratti di giocatori attivi, oltre ai costi associati ai licenziamenti degli allenatori.
Quasi 82 milioni di euro in perdite si sommano ai risultati negativi dei tre anni precedenti (19,3 milioni nell’ultimo esercizio, e 24,8 e 41,4 nei due precedenti), generando così un deficit cumulativo superiore a 167 milioni di euro dal 2020-21, accompagnato da fondi propri negativi di oltre 65 milioni. Nonostante ciò, la sostenibilità della società si basa su un finanziamento di 108 milioni di euro sottoscritto con Goldman Sachs, utilizzato dalla gestione guidata da José María del Nido Carrasco come sostegno, insieme a una strategia di riduzione dei costi, in particolare per quanto riguarda la rosa di giocatori. Inoltre, il club andaluso ha dovuto affrontare un ulteriore colpo quando LaLiga ha recentemente pubblicato i limiti salariali, posizionando il Sevilla all’ultimo posto sia tra le squadre della Prima Divisione che della Seconda.