I calciatori del Sevilla, costretti a rimanere presso il centro di allenamento a causa di violenze perpetrate da un gruppo di circa 100 tifosi nella serata di sabato, hanno lasciato oggi la Ciudad Deportiva José Ramón Cisneros Palacios dopo aver svolto un allenamento leggero.
Nonostante l’uscita sia avvenuta senza particolari problemi, la situazione rimane tesa.
Il club ha subito una sconfitta contro il Celta (3-2), pur avendo giocato con un uomo in più per tutta la seconda parte della partita, il che ha provocato la reazione di un gruppo di sostenitori, alcuni dei quali hanno mostrato comportamenti violenti.
Questi tifosi hanno cercato di avvicinarsi all’aeroporto di San Pablo con l’intenzione di fare pressione sui dirigenti di ritorno da Vigo.
In risposta, la società ha implementato misure di sicurezza straordinarie e il team ha lasciato il centro con un autobus che non era quello ufficiale, per evitare eventuali scontri. I sostenitori si sono radunati all’esterno della struttura, dove sono stati segnalati atti vandalici, come la distruzione della porta d’accesso, come denunciato in un comunicato dal club.
Di conseguenza, i calciatori non sono riusciti a tornare a casa e la decisione del Sevilla è stata quella di far passare la notte alla squadra nel centro sportivo, dotato di strutture adatte sin dallo scorso estate. Questa mattina, dopo l’allenamento, i giocatori hanno lasciato le strutture senza incidenti significativi, sebbene alcuni tifosi, venuti per assistere alla partita della squadra riserve, abbiano atteso la loro uscita all’esterno, limitandosi a esprimere qualche insulto.
Il palco dello stadio Jesus Navas è deserto. In questa occasione, proprio come avvenne due settimane fa durante il derby delle squadre B, né il presidente, né il vicepresidente, né il direttore sportivo, figure principali ritenute responsabili dai tifosi del Sevilla, si sono presentati nel palco dell’impianto. Le proteste e le offese dirette a José María del Nido Carrasco, José Castro e Víctor Orta, in particolare, sono continuate.