Vivian offre la chiave per una stagione straordinaria dell’Athletic

Dani Vivian ha disputato una partita eccezionale contro l’Alavés, riuscendo a mantenere la rete inviolata. Ha affermato: “Sapevamo tutti quanto fosse importante questo incontro. Essere la squadra con il minor numero di gol subiti è fondamentale. Ci siamo guadagnati la possibilità di decidere il nostro destino e capiamo quanto fosse cruciale il successo di oggi.

Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti e delle partite senza subire reti”.

Il giocatore originario di Vitoria ha rivelato di aver assistito alla semifinale di ritorno della Europa League insieme ai suoi compagni Williams e Sancet a casa di Iñaki, visto che non erano partiti per la trasferta.

“Fino al settantesimo minuto non ci siamo nemmeno seduti. Eravamo molto appassionati e orgogliosi di vedere i compagni in campo”, ha dichiarato.

Adesso è il momento di consolidare il quarto posto che consente di accedere alla Champions League e di partecipare alla Supercoppa nella prossima stagione: “Il calcio è fatto di opportunità presenti, e l’equipe ha dimostrato chiaramente dove desidera competere il prossimo anno”.

Il difensore ha poi sottolineato di non guardare oltre il prossimo incontro. “Le priorità sono chiare: il primo obiettivo era vincere oggi e ci siamo riusciti. Ora puntiamo a riposare e fare bene giovedì. Questa è l’unica strada per garantirci un posto in Champions e chiudere al quarto posto”, ha aggiunto.

Infine, il giocatore del numero ‘3’ ha discusso dell’episodio del rigore e dell’espulsione avvenuti nella gara di andata della semifinale contro il Manchester United: “Non mi pare necessario commentare le decisioni arbitrali. So bene di cosa si trattava, non l’ho mai tirato per la maglietta, è stato lui a lanciarsi. È stato un colpo duro perché ci si trova a dover uscire ingiustamente. Se si concede un rigore, dovrebbe essere anche un cartellino rosso, ma non credo che le regole dovrebbero essere applicate in quel modo. Non può esserci la stessa sanzione per una spinta e per un fallo come un calcione da dietro. Per me e per tanti altri, non era rigore”.

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