Osasuna conquista la zona europea grazie a una vittoria di 2-0, approfittando di una prestazione deludente da parte dell’Atlético

Il calcio rappresenta una delle realtà più dinamiche della vita, ricca di aforismi che sembrano incisi su pietre antiche. Un principio che spesso si cita è che, soprattutto in questo periodo della stagione, il team che ha maggiore bisogno di vincere tende a portare a casa il risultato.

Questo è ciò che si è percepito nell’incontro tra l’Atlético di Madrid e l’Osasuna, disputato allo stadio El Sádar.

La formazione guidata da Vicente Moreno era in crisi e puntava a un posto in Europa, mentre quella di Diego Pablo Simeone si presentava in un campo tradizionalmente difficile, già con i compiti legati alla Champions League compiuti e senza grandi obiettivi immediati davanti a sé.

Non si può dire che l’Atlético si sia fatto trascinare dalle onde create dall’Osasuna, ma non si è visto un atteggiamento combativo in campo, come sarebbe stato lecito aspettarsi in una situazione decisiva. La squadra madridista è apparsa un po’ svogliata e ha subito due reti, una in ciascun tempo, entrambe di testa, lo stesso modo in cui aveva incassato gol in precedenti partite della stagione.

L’Atlético ha tentato di esercitare pressione fin dall’inizio, ma ha trovato un Osasuna molto motivato, in cerca di un’opportunità per qualificarsi alla Conference League. Il primo tentativo del team colchonero è arrivato dopo appena quattro minuti, con un calcio d’angolo che ha visto praticamente entrambi i team nell’area avversaria. Un pallone è giunto sui piedi di Sorloth, il cui tiro, però, è stato ostacolato da Catena, risultando meno efficace di quanto avrebbe potuto essere.

Osasuna ha risposto con un’importante recupero a 20 metri dalla porta di Oblak, con Aimar Oroz che si è lanciato in area, ma il suo tiro di sinistro è risultato poco preciso, permettendo al portiere sloveno di bloccare facilmente la sfera.

Il confronto si svolgeva in un contesto dove ogni controllo della palla si trasformava in una piccola battaglia. L’Atlético era già stato avvertito riguardo ai problemi riscontrati nelle partite giocate lontano dal Metropolitano. Era consapevole anche che la squadra allenata da Vicente Moreno vantava, in particolare, una notevole forza nei calci piazzati.

L’Atlético ha una straordinaria capacità di complicarsi la vita. Il gol inaugurale di Osasuna ne è la dimostrazione. Un corner assegnato erroneamente, dato che Sorloth aveva già colpito la sfera destinata a uscire, ma l’attaccante è intervenuto.

Fino a quel momento, l’Atlético aveva subito il minor numero di gol di testa, solo due, ma è innegabile che i navarres erano temibili nelle azioni strategiche (finiranno per concederne due in questo modo). Dopo 25 minuti, Osasuna ha aperto le marcature con un angolo che pareva il caos della Puerta del Sol durante il Capodanno. Giocatori in movimento, assembramenti… e così, Catena è saltato per realizzare il primo gol della serata, segnando il 22° gol da palla ferma per Osasuna in questa stagione.

L’Atlético di Madrid ha subito reagito, sfiorando il gol del pareggio dieci minuti dopo. Un cross di Barrios dalla destra ha trovato Sorloth, che ha superato Boyomo; il suo colpo di testa, però, è stato parato dal portiere di Osasuna, Sergio Herrera, proprio sulla linea di porta. L’estremo difensore si è tuffato per riflesso, considerato che quel colpo di testa avrebbe normalmente portato al pareggio.

SIMEONE MODIFICA IL SCHERMO.

Simeone apportò delle modifiche durante l’intervallo, sentendo la necessità di dare maggiore profondità sulle fasce. Sul terreno di gioco entrarono César Azpilicueta e Samu Lino. Il primo, prelevato da Javi Galán, andò a risvolgere il lato sinistro, mentre il secondo, al posto di Giuliano Simeone, fu inserito per passare a un sistema di gioco 5-3-2, posizionando Azpi come terzo difensore centrale a sinistra e Llorente come esterno destro.

Tuttavia, questa strategia non durò a lungo: dopo soli cinque minuti dall’inizio del secondo tempo, il Atlético dovette sostituire Pablo Barrios a causa di una commozione cerebrale. Entrò Molina, permettendo a Llorente di spostarsi nella zona centrale. Questo non fu l’ultimo cambiamento di Simeone, che cercava soluzioni per affrontare un match in cui l’Osasuna sembrava controllare il gioco con grande tranquillità. Gli ingressi di Griezmann, Correa e Gallagher, al posto di Koke, Julián e Sortloth, riflettevano questa ricerca di maggiore incisività. L’argentino, tornato dopo una squalifica, appariva poco incisivo, mentre il norvegese, dopo la sua notevole performance nella precedente partita contro la Real Sociedad, non riusciva a incidere.

Il Atlético fatica a fare male, mentre l’Osasuna attendeva il suo momento. Questa mancanza di intensità si manifestò nei contrasti, dove Boyomo superò i suoi avversari, recuperando palla vicino al centrocampo e avviando un’azione che si concluse con un cross in area. Qui Budimir sfruttò l’occasione per anticipare Le Normand e segnare il 2-0, avvicinando così i navarri alle ambizioni europee.

Jannik Sinner: un trionfo storico agli Internazionali BNL d’Italia

Francesco Passaro brilla al Piemonte Open: una vittoria da sogno