Un esempio di club sostenibile è la Real Sociedad?

Il trasferimento di Zubimendi all’Arsenal rappresenta l’evento estivo di maggior rilevanza per la Real Sociedad e avrà un impatto su tutti gli aspetti del club per un certo periodo di tempo. Le dimensioni di questa operazione sono notevoli, indipendentemente dal punto di vista da cui la si osservi.

Si tratta infatti di un’operazione che porta con sé cifre straordinarie, che da sole la rendono eccezionale. Tuttavia, queste azioni non possono essere comprese soltanto in un contesto economico, ma presentano anche diverse altre interpretazioni, che conferiscono alla transazione una rilevanza molto più articolata.

Questa operazione, difatti, indebolisce la Real Sociedad proprio in un momento in cui ha più bisogno che mai di punti di riferimento che supportino il suo progetto a breve e medio termine.

Dopo una stagione che ha sollevato alcune incertezze, avendo vissuto cinque anni di successi, i tifosi della Real chiedono sicurezza, non ulteriori dubbi. La “fuga” di Martín alimenta questa domanda: quali saranno le fondamenta su cui il team potrà contare nei prossimi mesi e anni? Ieri hanno lasciato Merino e Le Normand, oggi è il turno di Zubimendi. Si potrebbe sostenere che ‘l’avversario’ ha scelto bene come colpire. Tuttavia, non inganniamoci, stiamo assistendo a una ripetizione ciclica di una stessa realtà: i più forti finiscono sempre per imporre la loro volontà, a qualunque costo, per quanto possa sembrare esorbitante.

Nella riflessione sul futuro, sorge un interrogativo pertinente: il nostro attuale modello di club può ritenersi sostenibile? La Real Sociedad, a meno di un cambiamento radicale con una massiccia iniezione di capitale estero, corre il rischio di trovarsi in situazioni simili a quella vissuta con Zubimendi. Accettare questa realtà non implica una diminuzione della grandezza della Real Sociedad; al contrario, la colloca al fianco di quei club che, trasformando le loro “debolezze” in punti di forza, riescono a reinventarsi quotidianamente per adeguarsi a un contesto competitivo complesso.

In effetti, è un po’ strano
La stagione 2025-26 è iniziata per la Real Sociedad, con la tradizionale foto della squadra, o almeno di una parte di essa, che si allena per la prima volta a Zubieta dopo un lungo periodo di riposo. Analogamente, è consueto vedere il presidente presente, in modo da sottolineare l’appoggio al nuovo progetto e ai suoi sostenitori. Tuttavia, la mancanza di figure familiari come Imanol e Roberto Olabe, che hanno rappresentato il club negli ultimi anni, risulta piuttosto insolita. Con i loro successi e insuccessi, sono stati i protagonisti indiscussi degli ultimi traguardi. Ma ora non ci sono più, e lo stesso ragionamento fatto per Zubimendi vale anche qui. Nella storia della Real Sociedad, molti professionisti di spicco hanno allenato la squadra, da Ormaetxea a Imanol, passando per Elizondo, Toshack, Denoueix, Lillo, Martín Lasarte e Eusebio, per citarne solo alcuni. La Real ha sempre saputo superare l’assenza di queste figure, e anche questa volta sarà così, ora sotto la guida di Sergio Francisco e con Erik Bretos che lavora dietro le quinte. Certamente, però, è un po’ strano.

Una chiamata indesiderata
La richiesta da parte dell’Arsenal di esprimere il proprio interesse per Zubimendi risale a un bel po’ di tempo fa, ma non sarà l’ultima di quelle che si preferirebbe evitare, dato che mirano a calciatori chiave di questa rosa. Tuttavia, sembra che quest’estate si preannunci particolarmente lunga, sia in termini di potenziali arrivi che di possibili partenze. Staremo a vedere!

Real 130-0 Athletic
Senz’ombra di dubbio, la Real tiene d’occhio ciò che accade dall’altra parte della A8, giustamente. I circa 70 milioni che la Real otterrà dalla vendita di Zubimendi, “assieme” ai 60 che l’Athletic non percepirà a causa della mancata cessione di Nico, totalizzano 130 milioni, rafforzando la posizione economica della Real e rendendo l’Athletic un po’ meno “minaccioso”. Dunque, guardando le cose in questo modo…

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