Chen scende dall’ottovolante

Lunedì 14 luglio, Chen Yansheng ha concluso la sua esperienza come leader dell’Espanyol. Pur avendo ceduto la maggior parte delle sue quote del club, rimane comunque coinvolto possedendo un piccolo 16,45% di Velocity Sport Limited, il nuovo proprietario.

Dopo nove anni e sei mesi dal suo arrivo a Cornellà-El Prat nel gennaio del 2016, l’imprenditore cinese ha deciso di abbandonare l’“ottovolante” della presidenza dell’Espanyol, lascia un panorama di tifosi più critici che affezionati, rendendo la sua uscita motivo di sollievo per una tifoseria delusa dalla sua gestione prolungata.

Ma è stato tutto così negativo il suo operato nell’Espanyol? Guardando con obiettività, il suo mandato presenta un quadro misto: ottimi risultati sul fronte economico, ma notevoli fallimenti nel settore sportivo, con la squadra che ha vissuto anni di alti e bassi, più immerse nel dramma che nella gioia. Tuttavia, ha effettuato un’importante operazione di risanamento per il club, prendendo le redini nel 2016 in un contesto di elevata indebitamento, con 170 milioni di euro di debiti pendenti. Oggi, come evidenziato nell’ultima Assemblea degli Azionisti, l’Espanyol ha chiuso l’anno con un debito di soli 7 milioni, il valore più basso degli ultimi anni. Chen ha infatti lavorato per migliorare la situazione economica, intervenendo con aumenti di capitale durante il suo mandato, l’ultimo dei quali ammontato a quasi 32 milioni, sebbene inizialmente si parlasse di 45 milioni.

Il ritorno del Espanyol al equilibrio finanziario, rispettando il principio di non spendere più di quanto si guadagna, grazie anche alla cessione di Joan Garcia, offre un respiro alla dirigenza sportiva per essere più competitiva nel mercato. Tuttavia, dal punto di vista sportivo, Chen ha fallito, poiché il club ha rischiato di retrocedere, affrontando momenti difficili durante gran parte della sua gestione. Quando è arrivato, aveva dichiarato di volere il team in Champions League, ma dopo tre anni ha fatto un passo indietro verso la Europa League, senza lasciare una vera impronta. Le due retrocessioni e il costante stato di ansia fino all’ultimo momento, quando la salvezza è arrivata in extremis, rappresentano i momenti più difficili. La serie di cambiamenti e la mancanza di stabilità, con 13 allenatori e 6 direttori sportivi in nove anni, sono stati la norma. Non ci sono stati investimenti significativi nel mercato, il che ha portato a squadre con pochi giocatori di talento imprescindibili, abbinate a una gestione incerta che ha messo a rischio il futuro del club. Concludendo il suo mandato, Chen lascia un club in salute dal punto di vista economico, ma segnato da un percorso sportivo complicato. Ora inizia una nuova era sotto la guida di Pace.

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