Il presidente del Real Oviedo e figura principale del Grupo Pachuca, Martín Peláez, ha dichiarato lunedì che il ritorno del club in Prima Divisione, dopo un’attesa di 24 anni, poteva essere raggiunto solo “attraverso il sacrificio”. Durante un evento istituzionale di accoglienza dedicato alle squadre promosse, svoltosi presso la sede de LaLiga, Peláez, in qualità di principale azionista, ha sostenuto il modello di multiproprietà, che ha suscitato critiche in alcuni ambiti, considerandolo un’opportunità vantaggiosa: “Nel nostro caso, è stato estremamente positivo.
Ogni club mantiene la sua autonomia, la sua direzione sportiva e il suo stile. Tuttavia, il supporto di un gruppo solido ci ha permesso di crescere”.
“Il Real Oviedo non avrebbe potuto tornare se non soffrendo. Questa è una parte integrante della nostra identità e della nostra storia.
È così che siamo”, ha affermato Peláez. Il dirigente del club asturiano ha descritto questo risultato come un finale ideale per una stagione storica: “Non solo il primo team è salito di categoria. Anche la squadra femminile e il settore giovanile sono stati promossi, e tutto ciò è avvenuto nell’anno del centenario. Nemmeno nel miglior copione avremmo potuto immaginare una cosa simile”.
Riguardo l’attuale sistema di promozione, con i playoff, ha manifestato il suo sostegno senza riserve, sebbene abbia scherzato sulla tensione che provoca: “Non è pensato per la salute cardiovascolare. Tuttavia mantiene l’emozione fino all’ultimo minuto. Vengo dalla liga messicana, dove non ci sono promozioni o retrocessioni, e questo toglie entusiasmo al calcio”. Per il futuro, Peláez ha dichiarato che l’obiettivo è quello di stabilizzarsi nell’elite: “Abbiamo realizzato un sogno. Ora dobbiamo lavorare affinché l’Oviedo possa restare a lungo in Prima Divisione”.