La storia del Tchoukball: lo sport nato in Svizzera

Quello che c'è da sapere sul Tchoukball: lo sport etico inventato da Hermann Brandt in Svizzera

Nel corso degli anni ’70 nasce in Svizzera il Tchoukball. Alla base della nascita di questo gioco, le idee del biologo Hermann Brandt, il cui desiderio era diffondere un nuovo sport di squadra che eliminasse l’aggressività dai giocatori, ma soprattutto che potesse essere giocato da tutti.

Il lavoro venne presentato da Brand nel 1971 come “Studio critico e scientifico degli sport di squadra“.

Insieme alla stesura del regolamento, venne scritta anche una carta etica, che per i giocatori di Tchoukball ha un valore equivalente alle regole del gioco.

Il pensiero del dottor Brandt riguardo lo sport infatti era inusuale, soprattutto per i tempi: “L’obiettivo delle attività fisiche umane non è di costruire campioni, ma piuttosto di contribuire alla costruzione di una società migliore”.

La storia del Tchoukball

L’iniziale idea di Brandt era quella di creare una disciplina sportiva che permettesse il recupero degli atleti infortunati, in particolar modo di quelli praticanti pallamano, pallacanestro o pallavolo. Proprio per questo infatti, il tchoukball ha diversi punti in comune con questi sport.

L’etica sviluppata da Brandt dietro questo sport, porta velocemente alla sua diffusione in Europa e nel mondo. Nel documento chiamato “Carta del Tchoukball“, il concetto di “rivale” viene messo da parte per fare posto a quello di “compagno di gioco”: chi ci permette di confrontarci con noi stessi e ci insegna con il uso esempio, portandoci a fare meglio.

Proprio per questa particolare etica, nel Tchoukball non vi sono classifiche dei giocatori come singoli come marcatore-assist-parate, ma solo quella di squadra.

Nel 2001 il Tchoukball viene nominato dall’ONU: “Sport a sostegno della pace e della fratellanza”.

La diffusione del Tchoukball in Italia e nel mondo

Il primo passo per la diffusione del Tchoukball fu la sua partecipazione come sport dimostrativo alle Olimpiadi di Monaco del ’72, ma l’improvvisa morte del prof. Brandt bloccò la diffusione della disciplina. Nonostante queste difficoltà il progetto delle federazione Federation Internazionale de Tchoukball (FITB) iniziò ad organizzare i primi eventi continentali e mondiali in che videro la partecipazione di squadre da tutto il mondo.

In Italia il Tchoukball ci mise una trentina d’anni ad arrivare: nel 2000 la nazionale italiana compare per la prima volta ai mondiali di Ginevra, nel 2003 viene organizzato il primo campionato europeo per nazioni con: Svizzera, Francia, Gran Bretagna, Repubblica Ceca e Italia.

Ad oggi il campionato italiano di Tchoukball conta oltre 30 squadre tra Serie A, Serie B e junior e tutte le nazionali maschili e femminili dai senior a gli under 15.

Le regole del Tchoukball

Per il suo fine antinfortunistico il Tchoukball è uno sport che non prevede il contatto fisico.

Le due squadre sono composte da 7 giocatori (più 5 in panchina) di ambo i sessi. Il campo da gioco è un rettangolo 28 X 15 metri, come quello da basket. Ai lati corti, fuori dal campo e al centro delle linee, vi sono dei trampolini elastici e circondati da un’area proibita dal raggio di 3 metri.

Lo scopo del gioco è colpire il pannello con la palla facendo in modo che essa dopo il rimbalzo cada a terra prima che gli avversari riescano ad intercettarla.

La possibilità di costruire l’azione senza essere disturbati è scritta nella carte del Tchoukball con il detto: “il bel gioco richiama il bel gioco”

Chiaramente vi sono delle limitazioni, la regola del 3: la palla non può rimanere ad un giocatore per più di 3 secondi, non si possono fare più di 3 appoggi, e la squadra deve arrivare al tiro entro 3 passaggi.

Scritto da Gabriele Vecchia
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