La storia di Mark Cuban: il miliardario che vendeva sacchi dell’immondizia

La storia di Mark Cuban rappresenta il classico sogno americano: nato in una famiglia povera, è oggi uno dei 600 uomini più ricchi del pianeta.

La storia di Mark Cuban, l’eccentrico proprietario dei Dallas Mavericks, non è quella tipica di uno degli uomini più ricchi al mondo. La sua vita è degna di un film: nato da una famiglia poverissima, la sua ascesa è figlia di sacrifici e grandi intuizioni.

La storia di Mark Cuban: l’arte dell’arrangiarsi

Cuban oggi si gode, come lui stesso ha dichiarato, l’equilibrio all’interno della sua vita. Per arrivare fino a questo punto ha però dovuto fare spesso riferimento solo su sé stesso, affrontando sfide anche più grandi di lui.

Un’infanzia difficile e la carriera scolastica

La storia di Mark Cuban inizia a Pittsburgh, in Pennsylvania, dove nasce il 31 Luglio 1958. La sua infanzia è caratterizzata dalla povertà: era infatti figlio di un tappezziere di automobili e di una madre spesso disoccupata. Fu proprio il carattere forte del padre a spingerlo involontariamente, a soli dodici anni, sulla strada del commercio. Racconta Cuban in un’intervista rilasciata alla Cbnc:

Avevo 12 anni e volevo un paio di scarpe nuove. Mio padre disse che quelle che indossavo sembravano andare bene. Se ne avessi volute altre, avrei dovuto trovarmi un lavoro. Allora me le sarei potute prendere. Ho iniziato a vendere sacchi della spazzatura nel mio quartiere. Andavo letteralmente porta a porta e chiedevo: ‘”Ciao, la tua famiglia usa i sacchi della spazzatura?’. E chi potrebbe dire di no? Quindi è lì che ho imparato a vendere.

Anche da adolescente la situazione economica non fu delle migliori. Mark dimostrò però sempre un grande senso degli affari, ma soprattutto un grande spirito di iniziativa. Una delle tante attività che intraprese per pagarsi gli studi, fu quella di vendere francobolli porta a porta. Alcuni anni dopo ha così dichiarato:

Ho iniziato a lavorare duro, più duro di tanti altri. Andavo a moltissime fiere di francobolli. Ne ho comprati, venduti e scambiati così tanti che quella esperienza mi ha insegnato tanto sugli affari quanto qualsiasi altro corso che abbia mai seguito.

Dopo aver frequentato per un anno l’Università Pittsburgh, si iscrisse all’Università dell’Indiana di Bloomington, scelta soltanto per essere uno dei cento istituti meno cari d’America. La sua situazione economica era sempre condizionata dalla necessità di avere un lavoro. Per pagarsi le lezioni decise quindi di dare lezioni di ballo nella vicina discoteca di Bloomington.

cuban da giovane

L’approdo in Texas: da MicroSolutions a Broadcast.com

La storia di Mark Cuban prende una svolta dopo la laurea nel 1981. Decise infatti di trasferirsi in Texas, nonostante le difficoltà economiche, come racconta lo stesso miliardario sul suo profilo Twitter:

Era il 4 luglio e lasciai l’Indiana con 60 dollari in tasca, un buco nel pavimento, una cassa di olio nel bagagliaio e un pavimento su cui dormire a Dallas.

Trovato lavoro presso la Your Business Software, venne inspiegabilmente licenziato dopo aver concluso un contratto da 10mila dollari, nonostante il suo compito fosse semplicemente quello di pulire il negozio. Quella esperienza tuttavia fu molto importante, anche per la sua formazione. Infatti Cuban si affacciò a quel lavoro, privo non solo di alcuna esperienza, ma anche di conoscenza in materia. Ha così scritto su un blog:

Ero spaventato perché non avevo mai lavorato con un PC in vita mia. Ogni sera portavo a casa un manuale di software diverso e lo leggevo. Naturalmente, la lettura era accattivante. Ne leggevo un po’ dopo essere tornato a casa, e ho anche passato del tempo sui computer del negozio per imparare a installare, configurare ed eseguire software. L’investimento in me stesso ha pagato i dividendi per il resto della mia vita.

cuban primo lavoro

Fu proprio quell’investimento su sé stesso a risultare la sua più grande fortuna. Quel licenziamento, insieme ad altri tre, lo spinsero infatti a mettersi in proprio. Decise di vendere software fondando la MicroSolutions. La decisione rappresentò l’ennesima scelta azzeccata della giovane vita di Cuban: nel 1990 l’azienda venne comprata da CompuServe per una cifra attorno ai 6 milioni di dollari.

La cifra acquisita lo spinse a investire ulteriormente nel mondo dei computer, con la convinzione che il futuro tecnologico sarebbe stato proprio quello. Decise quindi di finanziare Audionet, una società fondata nel 1995 da un suo compagno di università, Todd Wagner. Nel 1998 l’azienda venne rinominata Broadcast.com, per essere poi venduta l’anno successivo a Yahoo per l’imponente cifra di quasi 6 miliardi di dollari. Per Cuban il segreto di questo successo stava nella sua caparbietà, valore che lo ha caratterizzato fin dai primissimi anni della sua vita. Durante un’invervista a Men’s Health ha dichiarato:

Il fatto è che ho riconosciuto che imparare era veramente un’abilità, e che continuando ad imparare, fino ad oggi, sono in grado di competere e di tenere il passo e di arrivare davanti alla maggior parte delle persone. La realtà è che la maggior parte della gente non dedica il tempo a tenere il passo e ad imparare.

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L’acquisto dei Dallas Mavericks

Mark Cuban era da sempre un appassionato di pallacanestro, come dimostra il suo voler vendere sacchi dell’immondizia pur di acquistare delle scarpe da basket. Nel 2000 decise di acquistare i Dallas Mavericks da Ross Perot Jr per 285 milioni di dollari.

La rifondazione e la prima finale

Se il proprietario veniva da anni fortunati, non si poteva dire lo stesso per la franchigia texana. La squadra era assente dai Playoff da diversi anni e non era uno dei palcoscenici più ambiti dalle star NBA. Cuban non si fece spaventare dalla situazione e, come in tutta la sua vita, si rimboccò le mani. Costruì una nuova arena, rivoluzionò il roster e portò una nuova filosofia all’interno del movimento. Una delle novità fu quella di sedersi in mezzo ai tifosi durante le partite casalinghe, conquistando l’affetto del pubblico, anche grazie al suo tifo spesso sopra le righe.

I Big3 di Dallas

I risultati sul campo non tardarono ad arrivare. Nel 2001, grazie al trio Finley-Nash-Nowitzki, i Mavs tornarono finalmente ai Playoff, uscendo però al secondo turno. La squadra venne rafforzata anno dopo anno, come dimostrato dai continui record di franchigia. L’apice del successo lo si ebbe nel 2006, quando Dallas riuscì ad accedere per la prima volta nella sua storia alle Finals NBA. L’inizio fu dei migliori, con i ragazzi di coach Avery Johnson che si portarono avanti 2-0 nella serie contro i favoriti Heat di Wade e O’Neal. La vittoria in gara-3 da parte di Miami cambiò l’inerzia della finale. Dallas non riuscì più a ritrovarsi e il titolo andò agli Heat, che trionfarono per 4-2. La delusione fu enorme e il comportamento di Mark Cuban ne fu testimone. Ad esempio, a seguito di gara-5 persa al supplementare, il proprietario subì una multa di 250mila dollari, a causa di diversi atti di cattiva condotta.

Il titolo NBA

Nonostante la sconfitta alle Finals, la stagione successiva vide la squadra essere ancora la miglior franchigia della Western Conference. Approdati ai Playoff con il miglior record della lega, la squadra di Cuban registrò però una delle sconfitte più clamorose della storia della NBA. Dallas venne eliminata per 4-2 dai Golden State Warriors, coi quali tuttavia avevano sempre perso durante la stagione regolare. Il clamore derivò dal fatto che raramente una squadra testa di serie numero 8 aveva eliminato la numero 1, specie quando la formazione in questione era vice-campione in carica. Gli anni successivi non videro grandi risultati, con Cuban che non riuscì nell’intento di portare a Dallas nessuna stella, nonostante i tentativi per Kevin Garnett e LeBron James.

A settembre 2010 il presidente riuscì però a rinnovare il tedesco Nowitzki, leader indiscusso della squadra. Insieme a lui Cuban riuscì a costruire una squadra maggiormente più completa rispetto agli anni prima, trovando in Tyson Chandler (a fine dell’anno premiato come miglior difensore della stagione), Jason Terry e Jason Kidd i maggiori interpreti di supporto a “Wunder Dirk”.

Giunti ai Playoff con un record di 57-25, i Mavericks cominciarono a farsi notare dopo il clamoroso sweep sui Los Angeles Lakers, campioni in carica da due anni. La marcia inarrestabile della squadra di coach Rick Carlisle arrivò fino alle Finals NBA, dove ancora una volta i texani si dovettero confrontare con i Miami Heat. I favori dei pronostici erano tutti dalla parte della squadra della Florida, che per il primo anno presentava nel roster Lebron James, Dwayne Wade e Chris Bosh, ossia per molti uno dei trii più forti della storia NBA. Questa volta però la storia andò diversamente: guidati da uno strepitoso Nowitzki, premiato al termine come MVP, i Mavs vinsero il primo titolo della loro storia. Per Cuban fu un immensa gioia, tanto che al termine dell’ultima partita dichiarò:

È così bello vincere per Dirk Nowitzki, Jason Kidd, Shawn Marion e gli altri. Abbiamo giocato con tanto cuore, tanta determinazione. Le stelle contano (riferendosi ai campioni di Miami), ma la squadra di più.

cuban e l'anello nba

Curiosità e vita privata

La storia di Mark Cuban però non è solo pallacanestro e software, ma la sua vita è ricca di tanti altri fatti. Eccone alcuni:

  • Oltre ad aver costruito un patrimonio economico, Cuban è riuscito ad avere successo anche nella vita privata. Dal 2002 è sposato con Tiffany Stewart, da cui ha avuto tre figli.
  • Proprio grazie a sua figlia Alexis nel 2007 ha deciso di prendere parte a “Dancing with the stars”, il nostro Ballando con le stelle.
  • È presidente di HDNet, una rete televisiva generalista americana che trasmette in HD.
  • È attivo anche nel mondo del cinema. È stato produttore cinematografico di Goodnight and Good Luck e Akeelah and the Bee. Inoltre ha recitato come attore nel film Sharknado 3.
  • Il suo carattere particolare ha avuto modo di scontrarsi anche con la politica. Nel 2016 ha dichiarato di poter battere alla corsa alla Casa Bianca, sia Trump che la Clinton, salvo poi schierarsi a favore della seconda. Nel 2020 ha ancora una volta dichiarato di avere ambizioni presidenziali, confermando ancora una volta la sua opposizione a Trump.
  • Nel 2008 è stato protagonista di una delle multe più singolari della storia NBA. Dallas aveva uno dei peggiori record della lega e Cuban dichiarò pubblicamente di aver chiesto alla sua squadra di perdere in modo tale da ottenere una posizione migliore al Draft dell’anno successivo. Tale affermazione gli costò 600mila dollari di multa.

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