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Paul Gascoigne è uno dei giocatori che incarnano alla perfezione il modo di dire genio e sregolatezza. Oltre che in campo, è stato più volte al centro dell’attenzione per via dei suoi problemi di alcolismo. Scopriamo chi è, ripercorrendo la sua carriera e la vita dopo il ritiro.
Paul John Gascoigne nasce a Gateshead il 27 Maggio 1967, figlio di manovale e una lavoratrice di fabbrica. La sua infanzia fu davvero complicata: oltre a vivere in un monolocale con un bagno per più famiglie, dovette sopportare la violenza del padre, da cui anni dopo avrebbe preso il vizio dell’alcool. Oltre ad averi problemi psichici condizionati dal contesto famigliare, Paul ebbe, ad appena dieci anni, pure il trauma di assistere alla morte di un amico di suo fratello. Così tra una seduta dallo psicologo e le difficoltà a scuola, il calcio divenne la sua unica via di fuga.
A 15 anni entrò a far parte delle giovanili del Newcastle, con cui vinse da capitano una FA Youth Cup. Soprannominato Gazza, per via della sua corsa, entrò in prima squadra e ci rimase per tre stagioni, vincendo anche il premio di miglior giovane della Premier nella stagione 1987/1988.
Promesso sposo del Manchester United, venne soffiato dal Tottenham, grazie alla cifra di 2,3 milioni di sterline, un record per la storia del calciomercato di quegli anni. Con gli Spurs visse quattro anni fantastici, vincendo una FA Cup da protagonista. Grazie alle sue prestazioni divenne un idolo della tifoseria, tanto che durante la prima stagione gli venne dedicato un coro:
He’s fat, he’s round, he bounces on the ground’ (è grasso, è rotondo, rimbalza sul prato)
Gascoigne fu bravo a costruirsi un personaggio attorno alla sua follia: celebri le sue annusate di ascella durante le partite o le mangiate di snack in faccia ai tifosi avversari.
Nel 1992 venne acquistato dalla Lazio, nonostante il terribile infortunio nella sua ultima partita col Tottenham. Realizzò la sua prima rete in un derby di Roma, che permise ai suoi di agguantare il pareggio. Nonostante l’arrivo da superstar hollywoodiana, tra guardie del corpo e una città paralizzata solo per lui, con i biancocelesti collezionò soltanto 47 presenze in 3 anni. Questo dipese dai suoi numerosi infortuni: il primo a seguito di una caduta in discoteca nel bel mezzo di una rissa, il secondo dopo uno scontro in allenamento con Alessandro Nesta. Nei suoi anni romani si fece riconoscere per diverse gaiscoignate, eccone alcune:
Nonostante gli eccessi del suo carattere, Paul continuò a essere un giocatore decisivo in campo. Ceduto ai Rangers, contribuì a diversi successi della formazione scozzese con cui vinse due campionati, una Scottish Cup e una Coppa di Lega. Non mancarono i suoi momenti di estro, come quando durante un Derby col Celtic mimò il gesto protestante del flauto. Quell’esultanza fece infuriare i tifosi biancoverdi, tanto che Paul ricevette minacce di morte. C’è chi però lo ricorda per il suo cuore d’oro, come il compagno di allora Gennaro Ivan Gattuso:
Gascoigne mi ha anche aiutato. Con la scusa della giacca e della cravatta, mi portò in un negozio e mi acquistò dei vestiti. Mi disse che li avrebbe pagati la società, in realtà fu lui a pagarli. Al di là degli scherzi, questo non lo dimenticherò mai.
Dopo l’esperienza scozzese iniziò un lento declino della sua carriera da giocatore. Inghilterra prima e Cina poi, tutte le sue successive squadre furono una delusione. Decise di ritirarsi nel 2004, dopo aver provato l’esperienza da giocatore-allenatore del Boston Utd.
Il suo carattere eccentrico non lo abbandonò neanche dopo il ritiro, ecco alcune delle sua gesta più famose:
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