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Le clausole rescissorie più assurde nel calcio: da Benzema a Suarez

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Nel calciomercato moderno, oltre alle cifre astronomiche, una delle caratteristiche più frequenti è quella delle clausole rescissorie più assurde. Da Messi a Ronaldinho, ecco le più assurde nel mondo del calcio.

Le clausole rescissorie più assurde nel calcio

In Spagna la clausola rescissoria è obbligatoria all’interno dei contratti dei calciatori.

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Infatti sono Real Madrid e Barcellona a guidare la speciale classifica delle clausole più alte: a comandare c’è quella di Benzema (un miliardo di euro), mentre Griezmann (800) e Modric (750) completano il podio.

In questa top10, al quinto posto, troviamo anche Leo Messi con una clausola di 700 milioni. Il suo contratto prevede delle postille interessanti. Il club ha richiesto che l’argentino si integrasse perfettamente nella cultura catalana, imparandone la lingua e rispettandone i costumi. Inoltre Messi è obbligato ad accettare qualsiasi posizione all’interno del campo che sia ritenuta idonea dall’allenatore. Tuttavia anche l’entourage del campione ha voluto dire la sua, inserendo una clausola che andrebbe a liberare Messi nel caso la Catalogna si dovesse rendere indipendente dalla Spagna, estromettendo così i blaugrana dalla Liga.

Soldi e non solo: le richieste più folli

Spesso, quando si sente parlare del compenso di un calciatore, vengono nominati i cosiddetti bonus. Solitamente questi vengono legati alle presenze, ai gol o ai trofei vinti dalla squadra. Su questa falsa riga avvenne la richiesta di Mbappè, uno degli acquisti più cari della storia del PSG, che chiese 30 milioni in più a stagione in caso di vittoria del Pallone d’Oro.

Il club parigino rifiutò, ma non fu l’unico ad opporsi a delle richieste. Così capitò a Ronaldinho, il brasiliano ex Milan, che per trasferirsi al Besiktas chiese ai turchi di avere sempre a disposizione un autista, un cellulare, un telefono fisso a spese del club e biglietti aerei mensili per la famiglia. Anche l’ex Roma Gervinho volle tutelare la sua famiglia richiedendo un aereo e una spiaggia privata alla dirigenza dell’Al Jazira. Entrambi i calciatori con un passato in Serie A videro rispedite al mittente le loro richieste.

A volte invece è il club che vuole tutelarsi da ogni genere di situazione. Nel 2015 il Betis Siviglia impose a Van Der Vaart di non indossare scarpe rosse, colore appartenente ai rivali storici. Nello stesso periodo il Liverpool volle tutelarsi nei confronti di Mario Balotelli. L’italiano, famoso per le i suoi scatti d’ira, si ritrovò una postilla in cui avrebbe guadagnato un milione in più se non fosse stato espulso più di tre volte. Suarez invece, ai tempi del passaggio al Barcellona, si vide inserire la clausola anti-morso, onde evitare il precedente con Chiellini.

Spesso queste clausole hanno un obiettivo puramente economico. Questo è il caso di Aguero, da cui l’Atletico Madrid incassa soldi per ogni gol realizzato col City, o di Lloris, il portiere del Tottenham che guadagna un bonus ad ogni presenza da titolare.

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