Un colosso ha schiacciato la squadra reale

Ci si potrebbe chiedere, come fanno molti, perché l’Atlético de Madrid non abbia mostrato questa grinta in tutte le sue partite. Perché in casa si comporta in un modo e in trasferta in un altro. Per quale motivo Simeone non abbia sperimentato di più con questo schema, concedendo più spazio a Sorloth.

O perché non sempre ci si trova di fronte a un avversario che offre così tante occasioni come la Real Sociedad. E perché tutto ciò accade ora, quando non c’era nulla in palio per i colchoneros. E senza Julián Alvarez.

È una domanda legittima. Infatti, quanto espresso al Metropolitano ha suscitato l’attenzione di tutti.

Sorloth si è distinto con una performance straordinaria, realizzando un hat trick in meno di quattro minuti e un quarto gol prima di metà gara, generando un uragano che ha travolto la Real. È emerso come un gigante, regalando un grande spettacolo ai più giovani, che era il loro giorno, causando invece la frustrazione dei donostiarras, rimasti impotenti nel contribuire a quel momento epico.

Non era trascorso nemmeno un minuto che l’Atlético si era già avvicinato al gol. Un terribile passaggio di Llorente aveva evitato il primo sigillo. Questo è stato il segnale di una tempesta imminente, con la difesa della Real in avanti e l’Atlético che pressava, rubando palloni e lanciandosi in attacco.

Al settimo minuto, Barrios è entrato da destra con un assist perfetto per Sorloth, che ha calciato di prima intenzione in modo potente. Remiro ha reagito tardi. Al decimo minuto, su un recupero, Lino ha servito il norvegese, che ha avanzato con il pallone e, dalla distanza, ha scagliato un tiro che si è infilato accanto al palo. Pochi secondi dopo, è arrivato il terzo gol. Giuliano ha messo il pallone in area, il rinvio di Jon Martín ha colpito Elustondo e la palla è caduta negli piedi dello scandinavo. Un gol da mettere in gabbia.

L’Atlético ha rallentato un po’ il ritmo e finalmente la Real si è risvegliata, rendendo la partita più equilibrata, anche se il punteggio era di 3-0. Tuttavia, Sorloth, sempre affamato di gol, non si è accontentato. L’azione è partita dalla sinistra, con Galán che ha servito un cross perfetto in area. Il norvegese ha controllato e ha piazzato un sinistro preciso: quadrupletto.

Ci sono stati ulteriori tentativi da parte dei padroni di casa, mentre gli ospiti sono pervenuti in attacco solo nel recupero, con un tiro alto di Zubimendi. L’Atlético ha beneficiato notevolmente della presenza di tre centrocampisti (Koke, Barrios e De Paul), permettendo a Koke di inserirsi dalla destra e creando occasione con Llorente e Giuliano. Sorloth ha catturato l’attenzione di tutti.

Imanol ha tentato di rimediare alla situazione posizionando una difesa a cinque dopo l’intervallo. Ma il norvegese continuava imperterrito e al 49’ ha colpito il palo su un bel passaggio di Llorente. Il giovane Mariezkurrena, appena entrato in campo, è stato il primo a impegnare Oblak. Molina ha sostituito Barrios (partita numero 100) e il ’14’ è passato a centrocampo.

Il ritmo del match è diminuito, considerando il punteggio, i cambi e l’imminente impegno di campionato. Simeone ha deciso di sostituire le ali (Lino e Giuliano) con Griezmann e Lemar, formando un 4-4-2. Successivamente sono entrati Gallagher e Correa. Sorloth ha lasciato il campo, ricevendo una standing ovation dal Metropolitano, il cui volto sembrava quello di qualcuno uscito da un funerale. Rimanendo ancora più di un quarto d’ora, il norvegese avrebbe potuto continuare a scrivere la sua storia, ma Simeone ha deciso di fermarlo.

Con la total vendita del pesce e l’assenza di Sorloth, l’attenzione si è spostata dall’altra parte del campo. Lì c’era Oblak, che ha mantenuto la porta inviolate, avvicinandosi così al trofeo Zamora in una serata memorabile per i tifosi dell’Atletico, con un norvegese che ha brillato come mai prima d’ora.

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