Una triste ricorrenza: Dalla conquista del primo trofeo continentale alla paura di retrocedere in un arco di 19 anni

Il Sevilla ha vissuto domenica una commemorazione amara di un’importante ricorrenza. Sono trascorsi 19 anni dal 10 maggio 2006, quando la squadra andalusa conquistò il suo primo trofeo europeo a Eindhoven, dando il via a un periodo di grande successo che ha portato a 11 titoli e oltre 20 finali fino al 2023.

Tuttavia, i sostenitori del Sevilla si trovano ora di fronte a una situazione completamente diversa. L’attuale squadra allenata da Caparrós sta affrontando un finale di campionato complicato, con una concreta possibilità di retrocessione, avendo ottenuto solo due punti nelle ultime otto partite.

Attualmente, il club di Nervión si trova a sei punti sopra la zona retrocessione, ma il confronto imminente con la UD Las Palmas, attualmente in terz’ultima posizione, e le sfide successive contro il Real Madrid e il Villarreal rendono la situazione ancora più precaria. La tifoseria non può non ricordare quella serata magica al Philips Stadium, quando l’allenatore Juande Ramos presentava in campo giocatori del calibro di Kanouté, Palop, Luis Fabiano, Daniel Alves, Maresca, Saviola, Jesús Navas e Antonio Puerta, schiantando il Middlesbrough 4-0. Quella vittoria segnò l’inizio di una straordinaria serie di successi, con la squadra che in un anno e mezzo ottenne cinque trofei, più altri sei Europa League e una Coppa del Re. Oggi, però, il futuro appare preoccupante. Nel match contro il Celta a Balaídos, il Sevilla sembrava avere l’opportunità giusta per allontanarsi dalle zone basse della classifica. L’1-1 di Gudelj prima dell’intervallo e l’espulsione di Marcos Alonso, che ha ridotto il Celta a dieci uomini, facevano sperare in un risultato positivo, ma la squadra si è ritirata progressivamente, cedendo il passo a un avversario affamato di vittoria. Il risultato finale di 3-1, con un gol di Kike Salas che si è rivelato solo un palliativo, sembra preludere a un epilogo drammatico.

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