Da ragazzo, l’Europa era alimentata, dal mio punto di vista biancorosso, da amarezze e partite rimesse in sesto attraverso i media. Tutto terminò con quel goal di Bettega a Iribar e l’azione sospetta di Linemayer. Illusione radiofonica ridotta a un oceano di lacrime preadolescenti.
Poi, mettendo da parte qualche amarezza, ricordo con piacere il 7-1 di Liegi, con Valverde come allenatore e Etxebe ed Ezquerro come lame affilate, i nostri William di allora, perché tutto è già stato inventato. Ma ciò di cui sono più orgoglioso di questa Athletic europea è la stagione di Bielsa e le performance straordinarie contro lo Schalke 04 di Raúl e il United di Rooney e Giggs, con la mostra fantastica dei tifosi di Athletic a Old Trafford.
‘Venni, vidi, vinsi’, attraversiamo definitivamente il Rubicone del calcio europeo, espandiamo l’Athletic sul vecchio continente. Roma è la prima tappa; la destinazione finale è San Mamés, con un sapore di finale. Nel frattempo, in attesa del debutto continentale, possiamo goderci le ultime prestazioni di Sancet. Il navarrese è come quei toreros artistici che infiammano il pubblico con solo un accenno di posa con il mantello. Oihan cerca lo spazio, riceve il pallone, lo posiziona con vantaggio, protegge con tutto il suo fisico e parte in verticale alla ricerca dell’area o scarica in fascia con delicatezza. Senza dubbio, è il giocatore di punta dell’Athletic. Quanto gli è stato utile non partecipare all’Eurocup o alle Olimpiadi!