La partita di venerdì a Son Moix ha rappresentato perfettamente la stagione del Valencia. L’équipe fatica a tirare in porta e solitamente segna per prima, ma quando sembra aver il controllo, subisce il pareggio avversario a causa di una ripartenza o di un’azione ben orchestrata.
Questo déjà vu è diventato consueto: è successo nella prima giornata contro il Barça, con il gol del pareggio di Robert Lewandowski justo prima dell’intervallo. Una situazione simile si è ripetuta tre turni più tardi, nella quarta giornata, quando, nonostante il Valencia fosse in vantaggio sul Villarreal, Ayoze Pérez ha pareggiato all’ultimo minuto.
Anche una settimana prima, Prados ha segnato il decisivo gol del match contro l’Athletic, ma il Valencia non ha neppure effettuato un tiro in porta, così come nella decima giornata, quando Álex Muñoz ha fissato il punteggio sull’1-1 in un incontro poi vinto da Las Palmas per 3-2. Il gol di Cyle Larin sottolinea la continua vulnerabilità del Valencia, che deve giocare al massimo per tutta la durata della partita, ma come evidenziato da Rubén Baraja, “scollegandosi” per brevi tratti, spesso alla fine dei primi tempi, ciò penalizza fortemente la squadra. Sebbene il Valencia sia riuscito a segnare per primo in otto occasioni su tredici, ha subito il pareggio in sei di queste e ha mantenuto il vantaggio in sole due partite, le stesse in cui ha conquistato le uniche vittorie di questa stagione. Questa situazione costringe il Valencia a rimanere nel fondo della classifica, in un contesto in cui ha ormai preso confidenza con le posizioni basse e non è stato capace di ribaltare neppure un incontro.
Indipendentemente dall’efficacia del piano di Rubén Baraja, è un dato di fatto che due dei quattro giocatori sostituiti a Son Moix erano Germán Valera, un atleta che ha avuto un’impressione piuttosto misera al Zaragoza, e Dani Gómez, che nella scorsa stagione era una riserva nel Levante in Serie B. Il Valencia necessita urgentemente di una rosa più ampia per affrontare le riprese del gioco.