Il costo di una crescita eccessivamente rapida

Il Girona, in questa stagione, ha affrontato le sfide più impegnative legate al successo. Dopo aver vissuto una delle migliori annate della sua storia e aver fatto il suo esordio in Champions, sfidando grandi come il Real Madrid e il FC Barcelona, la squadra si è trovata di fronte a una realtà forse non ancora completamente assimilata.

L’impegno in tre tornei, l’acquisto di giocatori di fama e la pressione derivante dall’essere percepiti come “candidati all’Europa” o addirittura alla Champions sono giunti in un colpo solo. Quando la fortuna ha smesso di sorridere, il senso di smarrimento è stato inevitabile.

Non si tratta tanto di cercare colpevoli, perché Míchel non ha smesso di gestire la situazione e la direzione sportiva continua ad operare con criterio. Tuttavia, il salto di livello è stato forse troppo brusco. Il Girona, un club in fase di consolidamento in massima serie, si è ritrovato a competere in Europa con la pressione di una grande squadra, il che ha avuto le sue conseguenze. I nuovi acquisti, che avrebbero dovuto fare la differenza, non hanno reso come ci si aspettava. Il gruppo, concepito per affrontare un calendario impegnativo, ha mostrato segni di stanchezza e perdita di fiducia con il passare delle partite.

In campo, la squadra non riesce a esprimersi al meglio; ogni passaggio, ogni errore pesa come un macigno. L’aspirazione a impressionare è stata sostituita dalla paura di fallire. Anche l’ambiente esterno ha cominciato a manifestarsi in modo più teso. Míchel appare più isolato e provato, ma anche più consapevole delle sue responsabilità. È lui che si è impegnato a mantenere unito il gruppo, a tutelare i suoi giocatori e a preservare la filosofia di gioco che ha portato la squadra fino a questo punto. Il prezzo da pagare è stato elevato. Forse questa crisi, lunga e difficile, rappresenta il tributo che il club deve affrontare per crescere genuinamente. Non esiste progetto solido senza cicatrici. La sfida consiste nell’imparare, correggere e rafforzare la mentalità competitiva senza perdere l’essenza originaria. Sia nei momenti di calma che in quelli di caos, l’obiettivo è rimanere fedeli a se stessi.

Certamente, garantendo la stabilità nel minor tempo possibile.

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