L’Espanyol non riesce ancora a trovare serenità dopo la sconfitta contro un Leganés che riesce a tirare un sospiro di sollievo

L’Espanyol ha ancora un margine di 5 punti rispetto alla zona retrocessione, ma con il derby contro il Barça al RCDE Stadium giovedì prossimo, seguito dalle trasferte a Osasuna e la sfida con Las Palmas, non può permettersi di rilassarsi.

La squadra allenata da Manolo González si è presentata domenica a Butarque con la consapevolezza che una vittoria avrebbe garantito matematicamente la permanenza in Serie A, ma è stata nettamente sopraffatta da un Leganés che ha ottenuto il successo necessario per mantenere vive le speranze di salvezza (3-2).

I gol di Cisse, Diomande e Kumbulla, quest’ultimo autore di un’autorete, hanno deciso un match in cui il Leganés di Borja Jiménez ha messo in campo quella competitività che, in diverse occasioni nel corso dell’anno, non è mai stata sufficiente per conquistare risultati favorevoli, mentre l’Espanyol ha mostrato, a tratti, il volto di una squadra che nella prima metà di stagione ha deluso.

Assente per squalifica Omar El Hilali, Manolo González ha scelto di non inserire Tejero nell’undici titolare per sostituire il marocchino. Ha preferito schierare Calero come terzo difensore, mentre Jofre ha occupato il lato destro. D’altro canto, Borja Jiménez, consapevole del pericolo rappresentato dalle combinazioni tra Carlos Romero e Puado sulla fascia sinistra dell’attacco dell’Espanyol, ha deciso di mantenere Rosier come terzo centrale anziché come terzino, per limitare i danni il più possibile.

Come previsto, il Leganés entrò in campo con grande determinazione, consapevole del peso della partita per la sua lotta per la salvezza. Fin dai primi minuti, la squadra di casa esercitò una pressione accentuata, mettendo in difficoltà l’Espanyol, anche se inizialmente il dominio non si tradusse in un vantaggio nel punteggio. Infatti, il primo vero tentativo pericoloso di gol arrivò al 30’, quando Carlos Romero, raggiunta la linea di fondo, servì un cross per Edu Expósito, il cui colpo di testa si andò a perdere sul lato della rete.

Questa azione sembrò dare nuova energia al Leganés, che riprese a spingere dopo un breve periodo di calma, riuscendo a capitalizzare su un errore dell’Espanyol in fase di costruzione del gioco. Urko, in prossimità della propria area, si complicò la vita e Dani Raba ne approfittò rubando il pallone-permettere a Cisse di segnare comodamente. Era il 33’, solo tre minuti dopo che Edu Expósito aveva mancato una ghiotta opportunità contro Dmitrovic. Ma il Leganés non si fermò qui e al 41’, Diomande ricevette il passaggio di Dani Raba in zona d’attacco, superò Calero con un po’ di fortuna e infilò la rete, lasciando Joan Garcia senza possibilità di intervenire. Mentre Diomande si lasciava andare a qualche lacrima di gioia, il pubblico di Butarque, affollato di tifosi, tranne un gruppo di 250 sostenitori ospiti, esplose in un grande festeggiamento.

Dopo la ripresa del gioco, Tejero e Veliz hanno sostituito Calero e Král, portando l’Espanyol a difendersi con una linea di quattro e a schierare due attaccanti. Tuttavia, la trama della partita non ha subito grandi cambiamenti. Infatti, al 63′ un ulteriore colpo ha colpito l’Espanyol quando Kumbulla ha segnato un autogol, deviando un tiro di Joan Garcia su un cross di Dani Raba. Nonostante avessero ancora trenta minuti davanti, la situazione per l’Espanyol sembrava compromessa. Da quel momento fino al termine della partita, il Leganés ha gestito il proprio vantaggio, mentre l’entusiasmo dell’Espanyol ha portato solo a un’eliminazione del punteggio finale, con un gol di Cabrera al 79′ in un’azione ben organizzata e successivamente un altro di Pere Milla.

L’Espanyol ha conquistato soltanto 1 punto negli ultimi 12 disponibili e ora, in attesa dei risultati degli altri, ha bisogno di raccogliere tra i 3 e i 4 punti per garantirsi la salvezza. Dall’altro lato, il Leganés non è riuscito a uscire dalla zona retrocessione, ma ha interrotto una serie negativa di otto partite senza vittorie, ritrovando la speranza di poter mantenere la categoria.

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