A metà di novembre dell’anno scorso, il direttore del settore calcistico della Real Sociedad, Roberto Olabe, annunciò inaspettatamente la sua intenzione di lasciare la carica a conclusione della stagione in corso. Il 14 novembre segna un momento di rottura per la Real Sociedad.
In quel giorno, iniziarono a emergere espressioni come “fine di un ciclo” o “data di scadenza”. Olabe sorprendentemente “deluse” il suo sostenitore principale, Jokin Aperribay. Tutti desideravamo conoscere le motivazioni dietro questa scelta, ma Olabe preferì tenerle per sé e per i suoi più stretti collaboratori.
È curioso notare che, come sarebbe accaduto qualche mese dopo con un altro pilastro del progetto, Imanol, anche Olabe non fornì spiegazioni chiare. Affermò che non c’era “niente di concreto”, una posizione simile a quella che avrebbe assunto il tecnico di Orio: “non cercate motivi”. Tuttavia, questa mancanza di chiarimenti lasciò i tifosi della Real Sconvolti, che si aspettavano qualche indicazione riguardo a decisioni così significative. Analizzando il discorso di Olabe, è possibile rintracciare un termine che potrebbe illuminare la situazione: “usura”. “Quando si vive costantemente pensando alla Real, l’usura è notevole”. Questo stesso concetto si intreccia bene con l’altra grande partenza della stagione, quella dell’allenatore. Olabe riconobbe di non essere sempre in sintonia con il presidente e che da lì scaturirono alcune tensioni, che consumarono gradualmente le energie di entrambi. La splendida armonia tra questi tre protagonisti stava giungendo al termine, poiché ogni cosa nella vita ha un inizio e una fine.
Rimane solo il presidente, il quale avrà il compito di approvare un passaggio verso un nuovo ciclo, guidato da soggetti diversi, nonostante i numerosi tentativi di imitare gli originali.
Il vicino non è più un nemico
Per un lungo periodo, la presenza costante e minacciosa dell’Athletic, grazie alla sua specifica filosofia di ingaggi, rappresentava un rischio latente per la stabilità della squadra txuri urdin. La storia di questo club è costellata di episodi simili, spesso accompagnati da forti polemiche. Fortunatamente, con il passare del tempo, questa situazione è migliorata, rendendo molto meno comune vedere talentuosi calciatori provenienti da Zubieta dirigersi verso Bilbao. Le condizioni sportive ed economiche della squadra di San Sebastián l’hanno trasformata in una meta attraente e vantaggiosa per crescere. Affermare ciò nel contesto attuale potrebbe sembrare strano, ma è indubbiamente veritiero. Tuttavia, la Real continua a dover affrontare colossi del calcio europeo per preservare il proprio patrimonio sportivo. Durante l’ultima estate, sono partiti due elementi fondamentali come Le Normand e Merino, e nelle prossime settimane ci saranno ulteriori sviluppi in questo senso. Un problema che difficilmente la Real Sociedad potrà risolvere, costretta a fare affidamento sulle clausole per trarre beneficio dalle vendite. E di nuovo, sarà necessario ricostruire la squadra.
David, Robin, Mikel… Martín
Sono nomi che spiccano in grassetto e maiuscolo. Ognuno di loro, con il proprio approccio al calcio, ha contribuito in modo significativo alla crescita recente della Real Sociedad. Purtroppo, la parte meno piacevole è che, tranne nel caso di Zubimendi che attende conferma, tutti sono già parte del passato di questo club. Se Martín dovesse andarsene, auspichiamo che lo faccia con grande dignità.
Míchel Sánchez, allenatore del Girona, prossimo avversario della Real Sociedad, è una figura nota nel panorama calcistico. Si era vociferato che potesse prendere il posto di Imanol alla guida della Real, ma non so se questa possibilità sia stata realmente considerata o sia rimasta soltanto un pettegolezzo. Tuttavia, molti non avrebbero trovato un errore in una scelta del genere. Ha dimostrato le sue capacità nel ruolo di allenatore, caratterizzata dalla sua personalità di uomo comune. Un valore non indifferente!