LaLiga ha ribadito oggi di rispettare e seguire la normativa vigente, evidenziando il proprio impegno nella lotta contro il furto di contenuti audiovisivi e la pirateria, tutelando così i diritti legati alla competizione e la stabilità economica delle squadre di calcio.
Questo comunicato è stato reso noto dopo che la società di cyber sicurezza RootedCON ha presentato un ricorso di protezione presso la Corte Costituzionale contro una decisione giudiziaria. Tale decisione, richiesta da LaLiga e Telefónica, consente il blocco di siti web che condividono anche server con altre piattaforme che trasmettono illegalmente contenuti delle divisioni calcistiche superiori.
Il Tribunale Commerciale di Barcellona ha respinto, lo scorso 26 marzo, il ricorso di RootedCON e di Cloudflare, un’altra azienda che fornisce servizi di protezione digitale, contro una sentenza emessa a dicembre 2024 che autorizzava il blocco in tempo reale degli indirizzi IP usati per la distribuzione non autorizzata di eventi sportivi. Fonti vicine a LaLiga hanno affermato: “Come sempre, noi di LaLiga rispettiamo la legge e, di conseguenza, accettiamo la decisione di presentare un ricorso di protezione dinanzi alla Corte Costituzionale”. Dopo la registrazione del ricorso, spetta al TC decidere se ammetterlo e, se così fosse, approfondire ulteriormente la questione; nel frattempo, RootedCON ha fatto richiesta per l’adozione di misure provvisorie.
LaLiga ricorda che, nella sentenza emessa a fine dello scorso anno, è stata esclusa “la violazione di diritti fondamentali”, sottolineando inoltre che “l’azione intrapresa è conforme alla legislazione vigente in tema di proprietà intellettuale e servizi della società dell’informazione”. L’organizzazione sottolinea anche che il provvedimento confermava “la correttezza della procedura adottata” e affermava esplicitamente che non c’era stata “una diminuzione delle garanzie”. “Non è dimostrato, attraverso le argomentazioni presentate dai vari richiedenti (Cloudflare e RootedCON), che si sia verificato alcun danno, né esso è identificato o quantificato, e non è stata richiesta l’ammissione di alcuna prova diretta a dimostrare, in modo diretto o indiretto, la generazione di danno come elemento fondamentale della richiesta di annullamento”, evidenzia. Infine, LaLiga afferma che la decisione giuridica “è solidamente motivata in base alla normativa, chiarendo anche che i richiedenti non avevano legittimazione per invocare i diritti che affermavano di possedere”.