Osasuna sta ancora valutando l’idea di contestare la sconfitta subita contro il Barcellona

L’Osasuna sta attualmente valutando se proseguire o meno la propria azione legale riguardo a una presunta irregolarità nell’allineamento di Iñigo Martínez durante la partita di Liga contro il FC Barcelona, disputata il 27 marzo scorso. Nei prossimi giorni, il club deciderà se presentare ricorso all’ultima autorità sportiva spagnola, il Tribunal Administrativo del Deporte (TAD).

Ha a disposizione un termine di 15 giorni dal momento in cui, l’8 maggio, il Comitato di Appello della Real Federación Española de Fútbol (RFEF) ha rigettato il ricorso dell’Osasuna, confermando così quanto già deciso dal Comitato di Disciplina della RFEF.

Il termine scadrà il 29 maggio. Attualmente, quei tre punti potrebbero rivelarsi fondamentali per l’Osasuna nella lotta per accedere alle competizioni europee, e se il TAD dovesse dare ragione al club, ci sarebbero implicazioni significative sul titolo ottenuto dal Barça, soprattutto se alla fine della stagione il FC Barcelona non riuscisse a mantenere il vantaggio di quattro punti sul Real Madrid. Prima della conclusione dell’ultima giornata della Liga 2024-25, l’Osasuna è in parità con il Rayo Vallecano per quanto riguarda i posti disponibili per la Conference League, e si trova a un punto di distanza dal Celta, attualmente in Europa League.

Il ricorso presenta delle complessità in relazione al Tribunale Administrativo dello Sport (TAD), considerando i precedenti esistenti. L’11 aprile scorso, la presidente del Comitato di Disciplina, María Josefa García, ha redatto un documento molto incisivo a favore del FC Barcelona, riguardante la desconvocatoria di Iñigo Martínez dalla selezione nazionale. Ciò è stato supportato dalle informazioni fornite dalla RFEF, nella quale si sottolineava che erano stati accettati come validi i referti medici del Barça relativi sia a Íñigo Martínez che a Marc Casadó, antecedenti all’inizio della preparazione della nazionale.

In aggiunta, è stato menzionato un messaggio email inviato dal National Team Manager al FC Barcelona, il quale riportava: “Ti scrivo per informarti che, a causa di un infortunio, il giocatore Iñigo Martínez del FC Barcelona è stato escluso dalla partecipazione ai quarti di finale della UNL 2024-2025 in programma in questi giorni.” Il documento del Comitato di Disciplina ha altresì concluso che la RFEF, autorizzando Iñigo Martínez a lasciare la preparazione e rilasciando il relativo certificato di esclusione, “esprime implicitamente la sua intenzione di non applicare la norma restrittiva (riguardante i cinque giorni cui si riferisce l’Osasuna), inteso che il giocatore possa partecipare ai match con la propria squadra.”

La decision del Comitato d’Appello ha confermato la correttezza dell’operato del primo tribunale. Nel ricorso successivo presentato dall’équipe navarre, l’appello si fondava su cinque motivi: mancanze nella procedura relativa all’infortunio del giocatore, assenza di certificati medici rilasciati dalla RFEF; inefficacia giuridica della revoca della convocazione e disparità di trattamento rispetto ad altri calciatori in simili condizioni, come Bryan Zaragoza e Nico Williams. Infine, si evidenziava un presunto mancato rispetto della normativa sulle assenze per motivi medici prevista dal sistema giuridico spagnolo. Osasuna sosteneva, infine, che la presunta assenza per motivi di salute fosse priva di effetti legali in quanto non emessa da una mutua o da un servizio sanitario pubblico, come stabilito nel Real Decreto 1060/2022.

Il Comitato d’Appello ha affermato che “spetta esclusivamente alla federazione organizzatrice, in questo caso la RFEF, decidere se una lesione sia sufficiente a giustificare l’assenza di un giocatore e se ritenga necessario richiedere ulteriore documentazione o prove cliniche supplementari. La discrezionalità tecnica in questo ambito non può essere sostituita o giudicata da questo Comitato in sede disciplinare, a meno che non emerga in modo manifesto come arbitraria o fraudolenta.”

In merito all’obbligatorietà della visita medica imposta dalla RFEF, l’organo disciplinare ha sottolineato che non esiste alcuna norma che richieda un accertamento radiologico né l’obbligo di una revisione all’interno della sede federativa, qualora la federazione accetti il certificato medico fornito dal club come sufficiente. In altre parole, il requisito di sottoporsi a tale verifica medica è vincolante per il calciatore solo se espressamente richiesto dalla federazione. Pertanto, nel caso attuale, poiché la RFEF non ha richiesto questo riconoscimento e ha invece accolto come valide le relazioni mediche inviate dal FC Barcelona, non è corretto affermare che sia stata violata la disposizione dell’articolo 4, poiché non c’è stata alcuna violazione di un obbligo che non è mai stato richiesto dalla federazione che ha convocato.

Inoltre, come già evidenziato nella fase iniziale, la revoca della convocazione è stata ufficialmente documentata: “In questo contesto, è necessario menzionare l’atto di disconferimento del calciatore, comprovato da: – Un’email ufficiale della Team Manager della Nazionale il 17 marzo 2025. – Un comunicato della RFEF pubblicato lo stesso giorno sul proprio sito ufficiale. – La sostituzione effettiva del calciatore nella lista con la convocazione di un altro giocatore. Tenendo conto di quanto sopra, l’atto ufficiale di disconferimento del calciatore D. Íñigo Martínez è stato confermato dall’email datata 17 marzo 2025 inviata dalla Team Manager della Nazionale e dal comunicato ufficiale sul sito della RFEF”.

L’Appello ha concluso che “non si può sostenere validamente che la partecipazione del calciatore alla partita del 27 marzo costituisca un’alineazione irregolare, poiché, dal punto di vista giuridico, il calciatore non era soggetto alla restrizione temporale prevista dalla norma, poiché gli effetti della sua convocazione erano cessati per un atto federativo esplicito”.

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