Il Atlético de Madrid ha trovato finalmente il modo di ottenere vittorie in trasferta in questa stagione, dopo un inizio difficile. Diego Simeone aveva sottolineato, prima della partita contro il Real Betis, l’importanza di avere una certa costanza tra i risultati in casa e quelli in trasferta per raggiungere obiettivi significativi.
Appena si erano registrate prestazioni deludenti contro squadre come Espanyol, Alavés, Mallorca e Celta, nonché uscite infelici contro Liverpool e Arsenal, che hanno totalizzato tre pareggi e tre sconfitte, si percepiva una mancanza di capacità per ottenere punti lontano da casa.
Tuttavia, l’ottima prestazione nella prima frazione a La Cartuja ha lasciato presagire futuri successi in trasferta. Il team ha mostrato un gioco serio, diretto e veloce, con un attacco molto efficace. D’altro canto, il rischio è rappresentato dall’eventualità di prestazioni deludenti nella seconda parte, come quella contro il Sevilla, che potrebbero portare a ulteriori punti persi. L’Atlético ha messo in mostra il suo potenziale, ma ha anche evidenziato comportamenti che in passato gli sono costati caro, come il retrocedere quando in vantaggio, la confusione in fase offensiva e infortuni in momenti critici (come quello subito da Barrios). Anche se questa volta le cose sono andate per il verso giusto, vivere in un equilibrio precario è sempre rischioso. Simeone dirà, e ha ragione, che pur restando in attesa di cosa possa accadere, questi tre punti sono già contabilizzati, ed è questo ciò che conta. L’Atlético si sta consolidando in Champions e ha ridotto il distacco dal Barça di tre punti, il che non è affatto male.
Non era ancora chiaro se entrambi i team avessero meritato il gol, ma l’Atlético era già in vantaggio dopo soli quattro minuti. Un corner, seguito da un rinvio di Bellerín, veniva raccolto da Koke, il quale faceva arrivare la palla al limite dell’area. Qui, Giuliano, senza esitare, realizzava una potente volee con il piede sinistro, colpendo il palo e sorprendendo Pau López.
Questo è stato il primo lampo di un Giuliano che si dimostrava il migliore tra i giocatori in visita, in una serata a La Cartuja, mettendo in evidenza che la determinazione, l’intensità e il duro lavoro superano molte altre qualità.
Dopo il primo attacco degli uomini di Simeone, l’Atlético si dispettava in modo molto organizzato, cercando di sfruttare gli spazi che il Betis, guidato da Pellegrini, si trovava a dover lasciare per cercare di pareggiare. In questo contesto, il club madrileno sfiorava il raddoppio con una veloce azione, culminata in un passaggio di Baena che Nico González trasformava in un tiro incrociato in area, neutralizzato da un intervento prodigioso di Pau López.
Il Real Betis iniziava a pressare Jan Oblak solo dopo venti minuti, grazie a una combinazione efficace sulla destra, che culminava in un tunnel di Bellerín a Nico González, il quale non notava la palla che finiva al centro dell’area, dove Cucho Hernández tentava di colpire di testa, ma spediva alto, ostacolato da Jiménez.
Poco dopo, i padroni di casa avevano l’occasione migliore di questa prima mezz’ora. Un cross di Bellerín pioveva in area, dove Cucho riusciva a controllare la sfera per permettere ad Abde di tentare una conclusione che colpiva il palo. Con il 90% dei portieri nel mondo, sarebbe stata rete. Il tiro era perfetto, ma di fronte c’era un Oblak che si lanciava in modo felino per realizzare un intervento straordinario.
L’Atletico rispondeva con un’opportunità limpida. Giuliano, che rappresentava la principale minaccia per la squadra di casa, realizzava una corsa in profondità, superando Amrabat, e penetrava nell’area. Invece di tentare il tiro, serve Julián Álvarez, che, arrivato in corsa, colpiva il pallone al volo, ma il suo tiro finiva leggermente fuori misura.
Il Betis, pur avendo le sue chances, non riusciva a essere convincente come gli avversari. Proprio prima dell’intervallo, l’Atletico aumentava il suo vantaggio. Dopo un presunto fallo in area su Natan, causato da un leggero contatto di Le Normand, l’arbitro decideva di non sanzionare, e poco dopo arrivava il raddoppio grazie a un veloce contropiede. Julián Álvarez partiva in velocità, crossando il pallone in modo impreciso, ma Álex Baena, acquistato apposta per queste situazioni, lo controllava, si posizionava e sparava il pallone all’incrocio dei pali. Un gran gol, finalmente valido, dopo l’annullamento della rete della settimana precedente per una controversa decisione arbitrale, il primo con la maglia ‘rojiblanca’.
Pellegrini decideva di inserire Lo Celso al posto di Marc Roca per cercare di dare una svolta alla partita. Da quel momento, la squadra di casa iniziava a rispondere al ritmo impostato dal talentuoso argentino. Le prime due giocate di Lo Celso includevano un tiro potente dai 16 metri, respinto bene da Oblak, e un preciso passaggio a Abde, che purtroppo non riusciva a concretizzare poiché il pallone si allontanava troppo dalla sua portata.
Si avvertiva un cambiamento nell’aria della partita, accentuato dall’improvvisa infortunio di Pablo Barrios, una perdita significativa per il centrocampo dell’Atlético, che dipendeva molto dall’energia che il giocatore di Madrid apportava alla squadra.
Il Betis lo intuiva e sfiorava il gol con una punizione battuta da Abde, che colpiva il palo. L’Atlético si era ritirato completamente, con tutta la seconda metà della partita da affrontare. Simeone cercava di rimediare con una sostituzione che lasciava sorpresi molti. Fuori Álex Baena e Julián Álvarez, dentro Griezmann e Sorloth per provare a mantenere il possesso nella metà campo avversaria.
Tuttavia, il piano non funzionava come il ‘Cholo’ sperava. In quel frangente, Oblak era decisivo nel mantenere il vantaggio della sua squadra, parando un pericoloso tiro a bruciapelo di Lo Celso, che continuava a farsi vedere ovunque. E un’altra parata fondamentale quando Bakambu si trovava in area pronto a calciare a due passi dalla porta.
Questi erano i momenti più critici per l’Atlético, e il portiere sloveno riusciva a dare la stabilità necessaria per mantenere un risultato di cui avevano assolutamente bisogno.

