Djokovic celebra il suo 100° titolo ATP con umiltà e gratitudine

Il campione serbo riflette sulla sua carriera e sul supporto del suo team dopo la vittoria.

Un traguardo storico per Djokovic

Novak Djokovic ha recentemente raggiunto un traguardo straordinario nella sua carriera, conquistando il suo 100° titolo ATP a Ginevra. Questo risultato non solo segna un momento significativo per il tennista serbo, ma rappresenta anche un esempio di dedizione e perseveranza.

Dopo una finale intensa contro Hubert Hurkacz, durata oltre tre ore, Djokovic ha dimostrato non solo la sua abilità sul campo, ma anche una grande umiltà nel riconoscere le sfide affrontate durante il match.

La finale: un viaggio di emozioni

La finale è stata caratterizzata da alti e bassi, con Djokovic che ha dovuto affrontare un avversario agguerrito. “Ho dovuto lavorare molto per raggiungere questo risultato”, ha dichiarato il campione, evidenziando le difficoltà incontrate. La tensione era palpabile, e ogni punto contava. Djokovic ha rivelato che un momento chiave è stato il break nel terzo set, un momento che ha cambiato le sorti della partita. “Due punti possono decidere il vincitore di una partita”, ha aggiunto, sottolineando l’importanza dei dettagli nei momenti cruciali.

Riconoscimenti e gratitudine

Oltre a celebrare la sua vittoria, Djokovic ha riservato parole di grande sportività per Hurkacz, riconoscendo la difficoltà di perdere in una finale così combattuta. “So quanto è dura perdere una partita così, mi dispiace davvero per te”, ha affermato, dimostrando rispetto per il suo avversario e per il lavoro svolto dal suo team. La sportività è una qualità che Djokovic ha sempre messo in evidenza, e questo momento non ha fatto eccezione.

Il supporto del team

Un aspetto fondamentale del successo di Djokovic è il supporto del suo team. Durante le sue dichiarazioni, ha espresso sincera gratitudine per coloro che lo accompagnano nel suo percorso. “Grazie per essere stati sempre presenti”, ha detto, riconoscendo le sfide che comporta competere ai massimi livelli, specialmente a 38 anni. La sua consapevolezza delle difficoltà e il riconoscimento del lavoro di squadra sono elementi che lo rendono un campione non solo nel tennis, ma anche nella vita.

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