La storia del biathlon: dalle incisioni nordiche alle olimpiadi

Nato come metodo di caccia più di 4000 anni fa e sviluppatosi come pratica militare, oggi il biathlon è attestato come uno degli sport olimpici più seguiti al mondo.

Molto popolare nei paesi nordici e soprattutto in Germania, il biathlon è una disciplina che sta guadagnando sempre più consensi e appassionati anche in Italia. La combinazione di sci di fondo e tiro a segno con la carabina è piuttosto particolare ma sicuramente affascinante, ma da dove è nata questa pratica? Qual è la storia del biathlon?

La storia del biathlon

Il biathlon è uno sport il cui scopo è quello di percorrere nel minor tempo possibile un percorso tracciato di sci di fondo, fermandosi a diverse postazioni di tiro con la carabina (il numero dei bersagli differisce in base alla competizione). Le gare si svolgono su un “anello” da percorrere tante volte quanto previsto dal tipo di competizione e a ogni fermata al poligono sono concessi 5 spari.

Dalle origini alla prima competizione

La pratica di combinare lo sci all’suo dei fucili è estremamente antica. Sono state scoperte nei paesi nordici varie incisioni risalenti a circa 4000 anni fa che rappresentano uomini con ai piedi i primi tentativi di sci appostati e nascosti tra la neve per dare la caccia agli animali con le loro armi. Le attestazioni della diffusione della pratica della caccia sugli sci sono svariate, sia per quanto riguarda la letteratura antica sia per le raffigurazioni.

L’origine moderna di questa disciplina sportiva si lega invece al settore militare: sappiamo che le popolazioni finniche del X secolo si scontrarono con i Vichinghi usando gli sci, che si trasformano da quel momento in un elemento indispensabile per le truppe dei paesi nordici. I volumi del vescovo svedese Olaus Magnus risalenti al 1539 presentano le prime illustrazioni della pratica combinata e di come veniva sfruttata in ambito militare.

Su questa base, non stupisce pensare che la prima competizione di biathlon si sia svolta nel 1767 proprio tra le truppe militari svedesi e norvegesi sulla linea del confine territoriale. Risale a molti anni dopo rispetto a questa prima competizione la fondazione del primo club di biathlon della storia, nato nel 1861 in Norvegia (Trysil Rifle and Ski Club). Anche nel resto d’Europa la pratica si diffonde largamente solo intorno al XIX secolo.

La disciplina verso la modernità

Intorno al 1920-1930 la disciplina guadagna un gran numero di appassionati, specialmente nei paesi nordici dove più di 2000 persone assistevano in media alle competizioni di biathlon. Nel 1924 alle prime Olimpiadi Invernali di Chamonix, la pattuglia militare partecipò alla competizione internazionale anche se solo come evento dimostrativo e con solo 4 squadra nazionali. Stessa cosa avvenne per le Olimpiadi del 1928, 1936 e 1948 e in tutte le edizioni vinsero la competizioni i paesi nordici.

Al termine della seconda guerra mondiale, questa disciplina fu aperta anche a coloro che non facevano parte dei corpi militari e l’Unione Internazionale di Pentathlon Moderno inizia a valutare l’inserimento di una disciplina invernale tra i suoi sport; viene scelto il biathlon che ottiene il riconoscimento come disciplina sportiva dal Comitato Olimpico Internazionale nel 1954.

Nel 1958 si tiene in Austria il primo campionato mondiale di biathlon, mentre il debutto olimpico avviene nel 1960 ai giochi di Squaw Valley. Per l’ingresso delle gare femminili nell’ambito bisognerà aspettare invece gli anni ’80. Nel 1993 il successo di questo sport diventa talmente ampio da far nascere l’IBU (International Biathlon Union), a comando e controllo della disciplina e che introdurrà nuove specialità di competizione.

biathlon competizione

Le specialità

A livello agonistico e per quanto riguarda gli incontri internazionali come Campionati del Mondo, Coppe del Mondo e Olimpiadi, esistono diverse specialità di competizione. In base alla specialità per la quale si gareggia si differenziano la lunghezza del percorso e la larghezza del diametro dei bersagli.

  • Individuale: 20 km di percorso per la maschile e 15 km per la femminile. Prevede 4 serie di tiro sia da sdraiati che in piedi alternando la posizione. Gli atleti partono a 30 secondi di distanza l’uno dall’altro.
  • Sprint: 10 km di percorso per la maschile e 7,5 km per la femminile. Prevede 2 serie di tiro, una da sdraiati e una in piedi. Gli atleti partono a 30 secondi di distanza l’uno dall’altro.
  • Inseguimento: 12,5 km di percorso per la maschile e 10 km per la femminile. Prevede 4 serie di tiro, le prime due a terra e le altre due in piedi. A questa competizione possono prendere parte solo i primi 30 classificati di una gara individuale o sprint. L’ordine di partenza e la distanza di partenza tra un’atleta e l’altro sono definite in base ai risultati della gara qualificante.
  • Staffetta: 4×7,5 km per la maschile e 4×6 km per la femminile. Prevede 2 serie di tiro, una da sdraiati e uno in piedi (in totale quindi sono 8). A differenza delle altre prove, qui ogni atleta può sfruttare 3 ricariche per il tiro.
  • Partenza in linea: 15 k di percorso per la maschile e 12,5 km per la femminile. Prevede 4 serie di tiro, due da sdraiati e due da in piedi. Questa specialità è stata introdotta nel 1999 e prevede che tutti gli atleti partano contemporaneamente, in linea appunto, a differenza di tutte le altre specialità. Richiede infatti piste molto larghe per garantire sufficiente spazio a tutti.

Le penalità

Le penalità sono assegnate quando l’atleta non colpisce il bersaglio al poligono di tiro. In base alla specialità per la quale si sta gareggiando vengono assegnate penalità di percorso o di tempistica. Nell’individuale viene aggiunto un minuto al tempo finale per ogni tiro sbagliato, nello sprint o si aggiungono 150 mt di percorso per ogni tiro sbagliato. Per quanto riguarda la partenza in linea, è previsto che ogni atleta esegua per ogni errore un giro di penalità di 150 mt, idem nella staffetta.

Oggi il biathlon è uno degli sport più seguiti a livello mondiale, soprattutto grazie all’attenzione che ottiene dai paesi nordici, in Russia e in Germania (dove è al pari del calcio per gli italiani). In Italia sta ottenendo recentemente maggiore successo anche grazie ai successi degli azzurri Lukas Hofer, Dorothea Wierer e la promettente Lisa Vittozzi.

lisa vittozzi

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