Cinder Boarding: la storia del surf sulla cenere

Da rituale religioso alle Hawaii ai video su Youtube in Nicaragua

Surfare o sciare su acqua e neve sono già di per sè sport adrenalinici, l’idea di fare lo stesso nel deserto è venuta a molti, ma di certo non è la stessa cosa. Tutt’altra cosa ancora è fare surf sulla cenere di un vulcano attivo! Il Cinder Boarding, o Volcano Boarding o appunto surf sulla cenere è uno degli sport estremi che si possono praticare su tavola.

Solo pochi luoghi al mondo però, hanno a disposizione un vulcano attivo con cenere vulcanica che possa permettere la pratica di questo sport, che grazie a diversi video dimostrativi su Youtube sta iniziando a farsi conoscere nel mondo.

La storia del Cinder Boarding: il surf sulla cenere

A rivendicare la paternità delle varie pratiche di cinder boarding è Zoltan Istvan, che afferma di averlo di fatto reinventato durante il suo imbarco sul vulcano nel 2002 durante lo svolgimento di un documentario per il National Geographic nel Pacifico Meridionale (Isola di Tanna, Vanuatu). Grazie a delle immagini davvero impressionanti, con l’atleta che scia sulla cenere con sullo sfondo il vulcano che inizia la sua eruzione, Zolatn è diventato un punto di riferimento per gli amanti di questo tipo di sport estremi.

Predecessori anche di Zoltan Istvan furono gli abitanti delle isole Hawaii, che da migliaia di anni vivono all’ombra dei vulcani e come poche altre popolazioni vi hanno avuto uno stretto rapporto. Le popolazioni del luogo hanno sempre, sia come divertimento, sia come pratica religiosa (il Vai due volte) praticato lo “slittino sul vulcano”, che consiste nell’usare una lunga quanto stretta piattaforma per slittini di legno, utile a sfrecciare giù per la discesa del vulcano fino alle sue pendici.

Questa pratica così suggestiva venne però vietata dai missionari britannici nel 1825, ad oggi, si tenta di farla resuscitare.

La popolarità del Cinder Boarding

Una “Roulette russa su uno snowboard”, questa la descrizione fatta dal “Cronaca di San Francisco” sul Cinder Boarding. Questo però non ha di certo frenato gli amanti degli sport estremi. L’australiano Darryn Webb insieme ad altri amici nel 2006 ha deciso di scalare il vulcano Cerro Negro in Nicaragua, per poi scivolare verso il basso usando varie tipologie di tavole come materassi, porte frigo o per i meno fantasiosi, tavole da surf.

Dopo vari esperimenti sul campo, o meglio sulla cenere, si è giunti alla conclusione che la migliore attrezzatura per fare questa attività era proprio quella del sandboard: un pannello multistrato di legno duro come fondo in laminato di formica: di fatto uno slittino.

Sicuramente se fatto con le dovute attrezzature da discesa, e le più che dovute imbottiture, questo sport può risultare davvero adrenalinico e divertente. Il tutto fatto in un momento in cui il suddetto vulcano attivo… non stia eruttando!

Nonostante per alcuni dei pionieri del genere, senza eruzione “Non ci sarebbe gusto”.

Altro limite di questo sport oltre alla sua ovvia pericolosità, i pochissimi siti nei quali è possibile praticarlo: Pacaya, Cerro Negro (Nicaragua), Stromboli, Etna (Italia), Monte Bromo, Monte Yasur (Indonesia)

Scritto da Gabriele Vecchia
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