Chi è Charles Ray Thomas, il cestista creduto morto per 40 anni

Chi è Charles Ray Thomas: l'ex cestista statunitense è stato dato per morto nel 1980 a causa di problemi con la droga, ma è ancora vivo.

“Una telefonata allunga la vita” recitava Massimo Lopez nello spot della SIP del 1994, ed è proprio questo il caso. Charles Ray Thomas è vivo, a testimoniarlo la chiamata che l’ex cestista del Barcellona ha fatto al suo compagno dell’epoca, Norman Carmichael.

Chi è Charles Ray Thomas

Nato il 23 agosto del 1946, dopo aver disputato quattro stagioni tra le fila dei Golden Eagles – squadra della lega NCAA della California State University – approda nel campionato spagnolo. Trova spazio tra le fila del San Josep Irpen nel 1968, prima di passare al Barcellona nel 1972.

Con i blaugrana disputa 3 stagioni, dove, nonostante numerosi alti e bassi, diventa centro titolare della squadra e si fa una nomea a livello nazionale. Nel 1976 torna negli Stati Uniti dopo aver interrotto dopo un solo mese il BAXI Manresa.

Il ritorno in madre terra combacia perfettamente con l’inizio della burrasca. Prima la turbolenta separazione con l’ex moglie e poi i problemi sempre più seri con la droga. Charles si isola, tanto da lasciare definitivamente la pallacanestro. Thomas sembra scomparso e nessuno riceve più sue notizie, tanto che nel 1980 si diffonde la voce che l’ex Barça sia morto a causa dell’acutizzarsi dei suoi problemi con il mondo della droga.

charles ray thomas

Una chiamata allunga la vita

A metà marzo 2021, Norman Carmichael – ex capitano del Barcellona negli anni Settanta – è in macchina con suo figlio. Il telefono di Norman suona, dall’altro capo della cornetta, racconta Carmichael, “una donna mi dice che Thomas vorrebbe parlare con me.” L’ex capitano blaugrana, convinto che si tratti di uno scherzo di cattivo gusto, in un primo momento è intenzionato a chiudere la chiamata.

Ma Charles Ray Thomas è vivo. L’ex giocatore prende il telefono e parla all’ex compagno di squadra che rimane di sasso. Ad oggi, Thomas vive in una casa di cura ad Amarillo, in Texas, dopo aver trascorso diversi anni in Messico, dove ha cercato di risolvere i suoi problemi con la tossicodipendenza.

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