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Calcio per non vedenti: storia e regole

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La disciplina del calcio a 5 per non vedenti consente agli atleti con disabilità visive, sia che siano ciechi o ipovedenti, di praticare il gioco del calcio che tutti conosciamo. Grazie a questa variante, il calcio diventa uno sport accessibile a tutti, permettendo ai giocatori di competere in un ambiente inclusivo e altamente competitivo.

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Calcio per non vedenti: la storia e le federazioni responsabili

Il calcio a 5 per non vedenti, inizialmente giocato in Spagna su campi in terra con otto giocatori per squadra, ha subito un’evoluzione quando è stato importato in altri Paesi, diventando il futsal. Questa variante ha introdotto le sponde laterali e ha trasferito il gioco all’interno di palestre o su campi con fondo sintetico.

In Italia, la Federazione Italiana Sport Paralimpici per Ipovedenti e Ciechi (FISPIC) è responsabile del calcio a 5 per ciechi e di altre discipline sportive per persone con disabilità visive. La FISPIC organizza un campionato nazionale, una coppa Italia e una Supercoppa. In particolare a livello locale, il calcio per i non vedenti viene giocato in gironi regionali e categorie provinciali in quasi tutta l’Italia.

Per quanto riguarda invece a livello internazionale, la gestione dello sport per persone con disabilità visive è affidata all’IBSA (International Blind Sports Federation) dal 1981.

Le regole e dove poterlo praticare

Il calcio a 5 per non vedenti è diviso in tre categorie: calcio a 5 B1, destinato ai non vedenti e che partecipa alle Paralimpiadi, e calcio a 5 B2 e B3, riservato agli ipovedenti e non presente alle Paralimpiadi. Il gioco segue le regole generali dell’IBSA, con alcune specifiche per il calcio B1, mentre il calcio B2 presenta poche differenze rispetto alle regole FIFA. Entrambi comunque di base seguono le regole FIFA.

Il campo di gioco è di forma rettangolare e all’aperto, con una lunghezza compresa tra i 38 e i 42 metri e una larghezza tra i 18 e i 22 metri. Nel calcio B1, ci sono delle sponde laterali che possono essere fatte di diversi materiali, mentre nel calcio B2 e B3 le partite vengono giocate in palestra o all’aperto su un campo da calcio a 5 standard con un pallone con rimbalzo controllato. Il pallone ha al suo interno dei sonagli in acciaio per aiutare gli atleti a individuarlo acusticamente.

Ogni squadra è composta da un portiere vedente e quattro calciatori ciechi. Nel B1, c’è anche un compagno di squadra in più che si posiziona dietro la porta avversaria a guida dell’attacco, e l’allenatore a metà campo, mentre il portiere in campo guida la difesa. Durante il gioco, i giocatori possono parlare solamente quando il pallone si trova nella loro zona di pertinenza. Invece, nel B2 e B3, solo l’allenatore guida il gioco dei propri atleti in campo.

Ogni partita di calcio a 5 per non vedenti ha una durata di un’ora, comprensiva di due tempi regolamentari da 25 minuti e un intervallo di 10 minuti e la sua gestione è affidata alla FISPIC che lo rende praticabile in Italia nelle seguenti regioni: Piemonte, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Marche, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia.

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