La storia dei palloni Adidas ai Mondiali

Oltre 50 anni di storia, come Adidas ha lasciato il segno sui Mondiali

Come il gioco del calcio ha avuto la sua evoluzione nel corso degli anni, anche i palloni ovviamente hanno dovuto adattarsi ai cambiamenti del gioco più seguito al mondo. I palloni di cuoio usati dai giocatori negli anni ’30 hanno ovviamente ben poco a che fare con gli ultimi modelli fatti in poliuretano, più veloci e leggeri oltre che dalla produzione più sostenibile.

I palloni Adidas ai Mondiali

I palloni Adidas ottiene il compito di fornire i palloni per i Mondiali solo nel 1970, e da quell’edizione ha prodotto ogni volta i palloni per la competizione rompendo spesso e volentieri gli schemi prefissati o, come nel caso dei Mondiali in Qatar, spostando in avanti l’orizzonte tecnologico.

Telstar 1970, il pallone della tv. La prima volta di Adidas ai Mondiali è già rivoluzionaria: è il periodo in cui le partite di calcio vengono trasmesse in televisione, per cui servì un nuovo disegno del pallone, che doveva risaltare negli schermi in bianco e nero. Il nome scelto come sempre non è un caso: television-star, alla luce del fatto che quelli in Messico furono i primi Mondiali trasmessi in tv. Composto da 12 pentagoni neri su sfondo bianco, questo è il pallone che rivoluzionò non soltanto il calcio, ma la sua trasmissione in televisione.

Tango 1978-1982 Il concept di questo pallone prevedeva 32 pannelli (12 pentagoni e 20 esagoni) cuciti tra loro e rivestiti da una membrana che rendeva il pallone impermeabile. Molto riconoscibile grazie al motivo di triangoli, che andava a creare un disegno di 12 cerchi uguali, aiutando i giocatori in campo nel seguire la rotazione della sfera. Il nome del pallone deriva dal ballo tipico delle due Nazioni ospitanti: Argentina e Spagna. Il Tango del 1982 fu l’ultimo dei palloni ad essere realizzato totalmente in cuoio.

Azteca 1986, primo dei palloni dei Mondiali fatto interamente in materiale sintetico, si ispira come i predecessori alla storia del paese ospitante, il Messico in questo caso. Coinvolto nel famoso gol di Maradona di mano, la “mano di Dio“. Lo stesso concept fu usato anche per il pallone di Italia ’90, chiamato Etrusco Unico e dai motivi simili.

Questra 1994, il pallone venne chiamato così, dall’antica parola anglosassone che significa “la ricerca delle stelle“, ed infatti erano raffigurati all’interno dei triangoli neri pianeti e stelle. Ebbe un grande successo e ne venne prodotta anche la versione per gli Europei del ’96 e per le Olimpiadi dello stesso anno.

Fevernova 2002, segna un radicale cambiamento dicendo addio al bianco e nero: all’esterno era infatti caratterizzato da un motivo multicolore ispirato alla cultura asiatica, al suo interno era presente uno speciale strato di schiuma, studiato per far avere al pallone traiettorie di volo più prevedibili.

+Teamgeist 2006, ecco la nuova trasformazione: i pannelli scesero dai tradizionali 32 a soli 14, termosaldati e non più cuciti. Il pallone per quell’edizione venne progettato per rendere le azioni ancora più spettacolari, incoraggiando gli attaccanti a tirare da più lontano, inaugura inoltre una nuova consuetudine: l’uso di una versione particolare del pallone per la finale.

Jabulani 2010, otto pannelli termosaldati, il pallone più rotondo di sempre, che venne anche contestato non poco a causa delle strane traiettorie che a volte prendeva.

Brazuca 2014, il primo pallone ad avere un proprio account Twitter personale, che crebbe fino ad avere 2,76 milioni di follower. Questo pallone prima dei Mondiali è stato testato da circa 600 calciatori di 10 paesi, più di qualunque altro.

Telstar 2018, riprendeva l’iconico motivo a pannelli bianchi e neri aggiornato grazie ad un moderno effetto pixelato. Quando si chiede alle persone di disegnare un pallone, il 99% di loro ne disegna uno simile al Testar. Iconico e intramontabile.

Scritto da Gabriele Vecchia
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