Martedì, lo stadio Ramón Sánchez-Pizjuán ospiterà un evento che va oltre la semplice partita di calcio. Il Sevilla e la UD Las Palmas si sfideranno in un match cruciale per la salvezza, rivelando anche due filosofie di gioco e stati d’animo opposti tra i rispettivi allenatori.
Joaquín Caparrós e Diego Martínez si trovano di fronte a una situazione delicata, ognuno da una posizione diversa: uno si sente sopraffatto dalla pressione e dalle delusioni, l’altro mantiene una forte fiducia nel suo gruppo e nella possibilità di una reazione.
Caparrós ha dichiarato che “il morale del team è molto basso” dopo la sconfitta subita a Vigo, dove il Sevilla ha perso 3-2 nonostante fosse in superiorità numerica per tutta la seconda metà della gara. “C’era grande speranza di mettere fine alla serie negativa, ma non ci siamo riusciti”, ha affermato con espressione seria. Alla guida della squadra per la quarta volta, il tecnico di Utrera ha collezionato due pareggi e due sconfitte, ammettendo la sua frustrazione: “Sto soffrendo più che mai. Non sono stato l’elemento di cambiamento che ci si aspettava, e questo mi pesa da allenatore e da tifoso del Sevilla”.
La situazione è complessa. Dopo l’ultima partita, alcuni tifosi estremi del Sevilla hanno bloccato l’arrivo della squadra al centro sportivo, costringendo i giocatori a rimanere a causa di motivi di sicurezza. “A nessuno interessa ciò che è accaduto. Mi sento vicino ai Biri per la loro passione, ma sono assolutamente contrario alla violenza. Non è stato un bello spettacolo”, ha sottolineato. Nonostante questo, Caparrós cerca di mantenere alto il morale della squadra con un messaggio di coesione e resilienza: “Ho fiducia nei miei giocatori. Abbiamo parlato molto, sia in gruppo che singolarmente. L’errore è parte del gioco, dobbiamo supportare chi lo commette”.
In un contesto opposto, Diego Martínez trasmette speranza. Nonostante le nove sconfitte consecutive nelle ultime dieci partite, ha fiducia nel suo team. Il tecnico galiziano ha descritto la partita come “un’opportunità straordinaria” e ha affermato che tutti sono “uniti e pronti” per affrontare quella che considera “la prima di tre finali” per evitare la retrocessione. “Per noi, vincere a Siviglia è fondamentale per le nostre possibilità di salvezza. Dobbiamo ritrovare la nostra migliore forma, avere precisione e ridurre al minimo gli errori non forzati”, ha spiegato con determinazione.
Martínez ha anche sottolineato l’importanza del carattere: “Abbiamo bisogno di personalità per affrontare un contesto molto impegnativo. La gestione emotiva della partita è cruciale. Il Siviglia gioca forte in casa, soprattutto quando è in difficoltà”. Lontano dal drammatizzare, l’allenatore di Vigo preferisce infondere tranquillità. “Qualunque sia l’esito, continueremo a combattere fino all’ultimo secondo dell’ultima partita”, ha dichiarato prima di partire per la capitale andalusa.
Entrambi i tecnici, ciascuno con il proprio approccio, sono consapevoli che in gioco ci sono molto più di tre punti. Per Caparrós, questa potrebbe essere l’ultima occasione per riavvicinarsi a un pubblico diviso tra frustrazione e nostalgia. Per Diego, rappresenta il primo passo verso un finale positivo in una stagione che solo due mesi fa sembrava ormai risolta. Due panchine, due visioni, due modi di interpretare lo stesso dramma calcistico, che solo uno di loro potrà rendere più dolce questo martedì a Nervión.