Sampdoria, la rabbia dei tifosi dopo la retrocessione in Serie C

Un clima teso a Bogliasco, i tifosi protestano contro la squadra e la dirigenza

Il ritorno agli allenamenti dopo la retrocessione

A tre giorni dalla drammatica partita contro la Juve Stabia, la Sampdoria ha ripreso gli allenamenti presso il centro sportivo di Bogliasco. La retrocessione in Serie C, la prima nella storia del club, ha lasciato un segno profondo nell’ambiente blucerchiato.

I calciatori, guidati da Alberico Evani e Attilio Lombardo, si sono presentati al Gloriano Mugnaini per prepararsi a una nuova stagione, ma l’atmosfera era tutt’altro che serena.

La protesta dei tifosi

Il clima pesante è stato amplificato dalla presenza dei tifosi, che si sono radunati all’esterno del centro sportivo per esprimere il loro disappunto.

Nonostante le forze dell’ordine abbiano inizialmente tentato di mantenere la situazione sotto controllo, i sostenitori della Sampdoria hanno ottenuto il permesso di entrare e hanno iniziato a intonare cori di protesta. Tra i calciatori, Niang è stato il più bersagliato, accusato di aver commesso un errore decisivo che ha portato alla retrocessione.

Le accuse alla dirigenza

Non solo i calciatori, ma anche la dirigenza è finita nel mirino dei tifosi. Frasi pesanti sono state rivolte al presidente Matteo Manfredi, al board advisor Alessandro Messina e all’amministratore delegato Raffaele Fiorella. I cori, come “Uomini di m***a” e “Questa maglia non vi appartiene”, hanno risuonato forti e chiari, esprimendo la frustrazione di una tifoseria delusa e arrabbiata. Al termine dell’allenamento, i tifosi hanno anche chiesto di ricevere le maglie utilizzate durante la sessione, un gesto simbolico che rappresenta il triste epilogo di una stagione disastrosa.

Un futuro incerto per la Sampdoria

La situazione attuale della Sampdoria è complessa e il futuro del club è incerto. La retrocessione in Serie C rappresenta una sfida enorme, non solo per i calciatori, ma anche per la dirigenza, che dovrà lavorare duramente per riconquistare la fiducia dei tifosi. La strada da percorrere è lunga e tortuosa, ma la speranza è che il club possa risollevarsi e tornare a brillare nel calcio italiano.

Le ho detto: “Se devo morire, andrò con mio padre.”

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