Diego Pablo Simeone, l’allenatore dell’Atlético Madrid, non è particolarmente incline a parlare pubblicamente di Giuliano. Quest’argomento torna spesso nel contesto attuale della squadra, ma al Cholo non piace approfondirlo, soprattutto quando si tratta di lodare suo figlio. Sa bene, grazie alla sua lunga carriera, che i complimenti possono portare a una certa fragilità e che le critiche spesso mantengono in allerta, spingendoti a migliorare costantemente.
Questa situazione riflette un po’ la realtà di Giuliano, il più giovane della famiglia.
Quando è stato annunciato che il giovane attaccante sarebbe rimasto nella rosa principale per la stagione, molti hanno sollevato le sopracciglia. Era una vera incognita comprendere come si sarebbe evoluta la situazione, con la pressione aggiuntiva di vedere il suo cognome diventare un tema di discussione tra i detrattori in caso di insuccesso.
Sfortunatamente, la sua precedente stagione a Vitoria non aveva fornito indicazioni chiare, poiché era rimasto a lungo infortunato con una lesione seria. Tuttavia, le sue esperienze precedenti a Zaragoza erano state positive, anche se lì si giocava in Serie B. Riuscire a far fronte alla pressione della Primera Division con una squadra come l’Atlético era tutto da vedere.
Nonostante le incertezze iniziali, i risultati e le impressioni parlano chiaro: l’argentino si è guadagnato un posto nelle formazioni titolari e sta dimostrando di essere uno dei giocatori più influenti, riuscendo a brillare anche in ruoli non propriamente suoi, come terzino destro in fase difensiva o centrocampista in fase offensiva. Quando il Cholo ha realizzato che i suoi tre figli aspiravano a diventare calciatori, li ha esortati a puntare a essere attaccanti. Tutti e tre hanno seguito quel consiglio. Tuttavia, ciò che oggi distingue Giuliano è la sua versatilità, che gli sta permettendo di conquistare il palcoscenico che ha sempre sognato.
Sì, è un attaccante, ma ha la capacità di giocare anche in posizione arretrata rispetto al centravanti, sulla fascia o come terzino. L’IMPEGNO È INDISPENSABILE e, nel calcio moderno, questa caratteristica influisce notevolmente sul percorso di carriera e rappresenta un grande vantaggio. Tuttavia, al di là di questo, ciò che realmente mantiene un giocatore nei piani del tecnico è il suo contributo. Rappresenta l’esempio di quanto Cholo ha sempre richiesto a chi desidera ritagliarsi un ruolo di rilievo nell’Atlético. Attitudine, intensità, determinazione… insomma, il concetto che ‘l’impegno non è negoziabile’. Se qualcuno ha respirato questa filosofia fin dalla nascita, è proprio Giuliano. “È il suo mestiere. È ciò che deve fare. Sta progredendo, ha molto da migliorare, ma ha voglia. E quando un calciatore ha voglia e entusiasmo…” ha dichiarato Simeone qualche tempo fa. Interrogato riguardo alla questione, il tecnico è stato chiaro: “È una buona domanda per chi non comprende la situazione. Non abbiamo cercato Giuliano, era nel vivaio dell’Atlético. Non è stata una trattativa per un giocatore che è un figlio; è un giovane che era nella cantera, ha partecipato alle Olimpiadi e ha fatto bene, così come in prestito, e per questo è rimasto, cercando di dimostrare il suo valore. Avrà partite buone e partite meno positive, ma sicuramente ha ciò che serve”. In questo contesto, ha aggiunto: “Ha fatto ciò che doveva, ed è per questo che si trova all’Atlético di Madrid. Ha delle responsabilità che non hanno nome, lo considero in questo modo e non mi dedico a creare troppe storie come mi racconti; lo vedo come un calciatore, e chi corre gioca, chi non lo fa avrà meno possibilità”. Nelle sue ultime quattro apparizioni con i colchoneros in campionato, ha ottenuto due assist e un gol, di cui due da titolare. Inoltre, in Coppa, ha provocato il calcio di rigore che ha aperto la strada alla vittoria contro il Vic. Statistiche e impressioni, di nuovo.
La questione riguarda come siano arrivati quei gol e assistenze. Due corse incredibili, fatte di pura determinazione e intensità, hanno portato a recuperare due palloni che si sono trasformati in assist (contro Las Palmas e Mallorca). E poi c’è stato un tocco di astuzia, con un movimento intelligente per il gol contro il Leganés. Una volta di più, è stata la fede incrollabile a condurre al rigore guadagnato da Vic. È evidente che, al momento, Giuliano non riceve nulla in regalo; se lo guadagna con ciò che offre in campo. Impegno, senso di responsabilità e massimo sforzo. Non c’è altro. Forse ci sono compagni dotati di maggiore abilità tecnica o talento, ma per quanto riguarda il coraggio e il cuore, nessuno riesce a superarlo attualmente.