Il presidente dell’Associazione Calciatori Spagnoli (AFE), David Aganzo, ha dichiarato lunedì che non si prevede l’adozione di uno sciopero da parte dei giocatori in segno di protesta contro la congestione del calendario, sostenendo che la soluzione debba venir dal consenso tra tutte le parti interessate.
In risposta alle lamentele di alcuni calciatori riguardo alla sovrabbondanza di partite, Aganzo ha suggerito che siano le istituzioni nel loro insieme a “ristabilire la calma” in questa situazione, mirando a un accordo piuttosto che a misure drastiche. “La questione dello sciopero è complessa.
Come presidente dell’AFE, ho l’obbligo di tutelare gli interessi dei calciatori. Dobbiamo capire quale competizione si fermerà e in quale nazione. È una questione legale… È una situazione di buon senso. Non dobbiamo arrivare a uno sciopero, poiché credo che il buon senso dovrebbe prevalere”, ha affermato Aganzo. Secondo il suo parere, sono i calciatori a pagare il prezzo in termini di infortuni e affaticamento a causa del fitto calendario, sottolineando l’urgenza di “prendere una decisione comune per fermare questa situazione”. “Non possiamo permetterlo. Nessuno si interessa dei calciatori, che si stanno lamentando da anni… Le loro lamentele sono giustificate e dobbiamo unirci affinché i calciatori siano maggiormente tutelati”, ha ribadito Aganzo. Oltre alla FIFA, che gestisce il Mondiale per club previsto per l’estate prossima e oggetto di critiche da parte di vari giocatori e allenatori, Aganzo ha affermato che anche la UEFA ha una parte di responsabilità nell’intensità del calendario. “Mi sorprende che nessuno la consideri nella discussione”, ha sottolineato il presidente dell’AFE riguardo al principale ente del calcio europeo, ricordando che è responsabile della Eurocoppa e delle modifiche al formato della Champions League, che hanno portato a un aumento del numero di partite.