Ivan Rakitic ha fatto parlare di sé questa settimana, comunicando la sua decisione di ritirarsi dal calcio giocato dopo la sua esperienza con l’Hajduk Split. Nonostante ciò, il calciatore croato porta nel cuore i momenti vissuti a Siviglia, dove ha avuto due periodi distinti.
Allo stadio Sánchez Pizjuán, ha conquistato diversi trofei e ha incontrato sua moglie. In seguito alla scelta di abbandonare il calcio, l’ex capitano ha condiviso le sue riflessioni con i media ufficiali del club, esprimendo le sue emozioni. “Non è stata una decisione presa all’improvviso; alla fine ha prevalso la ragione sul sentimento.
Sono in pace, ho ricevuto così tanti messaggi che ho dovuto tenere il telefono in carica tutto il giorno”, ha rivelato il giocatore, nato in Svizzera ma di origine balcanica.
Rakitic ricorda il suo arrivo a Siviglia nel gennaio 2011, insieme all’ex compagno chileno Gary Medel. “Monchi mi ha accolto come uno di famiglia. Quella sera ho incontrato mia moglie e da lì è iniziata una storia d’amore con il Siviglia che durerà per sempre”, ha aggiunto.
L’ex nazionale croato ha sottolineato che uno dei momenti più significativi della sua carriera nel club andaluso è stato il trionfo in Europa League a Torino nel 2014: “È stata una stagione incredibilmente difficile, ci siamo qualificati per miracolo, ma quel gruppo era come una vera famiglia”.
Rakitic non dimentica nemmeno José Antonio Reyes, un compagno di squadra molto speciale: “Era come un fratello per me. Credeva sempre nella vittoria. È stato unico”. Inoltre, il centrocampista ha parlato con grande emozione del privilegio di indossare la fascia di capitano del Siviglia: “Essere il capitano, il secondo straniero dopo Maradona, è un’esperienza inimmaginabile. Conservo quelle maglie come un vero tesoro”.
Inoltre, Rakitic detiene il record come l’extra-comunitario con il maggior numero di presenze ufficiali nella squadra, superando le 300. Dopo il suo trasferimento al Barcellona, operazione che ha fruttato al Siviglia circa 20 milioni di euro, il giocatore ha realizzato il suo sogno di tornare a indossare la maglia rossa e bianca. “Sono tornato per lasciare un segno. Ho promesso a Jesús Navas che avremmo alzato un trofeo insieme, e così è stato”, sottolinea. Infine, esprime il suo amore per il Siviglia, una passione che è nata sin dal suo approdo nel club. “Desidero andare allo stadio come tifoso, sostenere la mia squadra senza la pressione del campo. Non sono nato come tifoso del Siviglia né a Siviglia, ma morirò essendo un vero sevillista”.