Le Olimpiadi di Sapporo 1972: tra storia e innovazione

Il 3 febbraio 1972 iniziava a Sapporo l'undicesima edizione delle Olimpiadi invernali: la lotta al professionismo che ha portato l'URSS sul tetto del mondo e l'Italia all'ottavo posto.

Esattamente 49 anni fa, per la prima volta, un’edizione dei Giochi Olimpici invernali si è tenuta in una città non europea e non nord-americana. Il 3 febbraio 1972 iniziavano le Olimpiadi di Sapporo.

Le Olimpiadi di Sapporo

Al congresso tenutosi al Comitato Olimpico Internazionale, la città nipponica non sbaraglia solo la concorrenza.

A saltare, infatti, sono anche i pronostici che vedevano la cittadina canadese di Banff già scenario dell’undicesima edizione dei Giochi Olimpici invernali. Un scelta determinata, in parte, dall’incredibile successo che riscosse l’edizione delle Olimpiadi di Tokyo del 1964.

La città dell’isola di Hokkaido avrebbe dovuto già ospitare le Olimpiadi invernali nel 1940, ma nel 1937 ritirò la candidatura dopo che il Giappone invase la Cina.

Alle Olimpiadi di Sapporo presero parte 35 paesi, tra i quali debuttarono Taiwan e le Filippine. Sapporo ’72 non fu solo l’olimpiade del cambiamento climatico, ma anche quella della lotta tra il CIO e il professionismo. Infatti, a parte l’Unione Sovietica – in cui vigeva il comunismo e che quindi non distingueva tra dilettanti e professionisti – le altre nazioni convocarono gli atleti dilettanti. Per alimentare questa “guerra”, il presidente del CIO, Avery Brundage, accusa 40 sciatori di essere pagati da aziende produttrici. Tra gli accusati troviamo Karl Schranz, già squalificato nell’edizione precedente e nemmeno ammesso ai Giochi sull’isola di Hokkaido. Schranz, idolo di tutta l’Austria, decide di “appendere gli sci al chiodo” e si ritira dall’attività sciistica.

Il Giappone, davanti al pubblico di casa, vinse per la prima volta una medaglia alle Olimpiadi invernali: una d’oro, una d’argento e una di bronzo, tutte e tre nel salto con gli sci. Il re dell’edizione fu Ard Schenk, l’olandese infatti vinse tre ori nei 1.500, 5.000 e 10.000 metri di pattinaggio. La regina, invece, fu la russa Galina Kulakova, che vinse tre ori nello sci di fondo. Il campione che trascinò l’Italia fu Gustavo Thoeni, il quale vinse la medaglia d’oro nello slalom gigante e ottenne l’argento nello slalom speciale. Inoltre, l’Italia conquistò un oro nel doppio di slittino e un argento nel bob a quattro.

gustav thoeni

Il medagliere

A conquistare il primo posto nel medagliere complessivo fu – come da pronostici – l’URSS. Il colosso comunista collezionò 8 ori, 5 argenti e 3 bronzi. Al secondo posto troviamo la Germania Est (4, 3 e 7) e, sul gradino più basso del podio, la Svizzera (4, 3, 3). L’Italia chiude all’ottavo posto la classifica composta dalle 17 nazioni che hanno conquistato almeno una medaglia.

Leggi anche: La storia di Sofia Goggia: campionessa dello sci italiano

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