La storia del padel

Da Acapulco all'esplosione mondiale, com'è nato e si è evoluto il padel

Nel giro di solo un paio d’anni il padel è diventato uno sport da praticamente sconosciuto, a popolarissimo in Italia. Sospinto dalla partecipazione di tanti ex calciatori come Bobo Vieri, Francesco Totti, Antonio Cassano e molti altri, che ne hanno organizzato tornei anche durante l’ultima estate, la sua popolarità è schizzata alle stelle fin quasi a sostituire il classico “calcetto con gli amici”.

La storia del padel

Le origini del padel risalgono al 1969: ad Acapulco un messicano di nome Enrique Corcuera voleva un campo da tennis all’interno della propria casa.

Essendoci dei muri a delimitare lo spazio disponibile per il campo, egli li concepì come parte integrante di esso, dando così forma al caratteristico campo ridotto con delle reti a impedire alla palla di uscire dal campo. L’opera fu terminata regolamentando il nuovo gioco e chiamandolo padel.

Superati ben presto i limiti del Messico, il gioco divenne presto popolarissimo in Argentina così come in Spagna, raggiungendo un profilo internazionale negli anni ’80. Per la sua espansione in Europa si deve ringraziare il principe Alfonso, che volle costruire un campo da padel nel suo hotel di Marbella. In questo modo i suoi ospiti poterono ammirarlo e grazia al passaparola questo sport divenne ben presto popolarissimo prima in Spagna, poi in Francia e ora Italia.

A Madrid il 25 luglio 1991 il padel viene proclamato sport ufficiale, primo passo per la realizzazione di un vero regolamento e di un circuito internazionale. Anche l’Italia abbraccia il nuovo sport facendo nascere lo stesso anno la Federazione Italia Gioco Padel, e l’anno successivo gli Azzurri parteciparono alle competizioni internazionali come Europei, Coppa delle Nazioni e Mondiali, ospitando nel 1995 i Campionati Europei a Milano, ripetendosi dieci anni dopo a Bologna.

Nel 2008 il CONI riconosce ufficialmente il padel e viene inserito all’interno della Federazione Italiana Tennis.

Le regole del padel

La più importante differenza da questo sport rispetto al tennis è che le pareti delimitanti, così come le linee di fondo campo sono parte integrante del campo da gioco, dunque quando la palla rimbalza sulle pareti può essere respinta con la propria racchetta. Il campo è lungo 20 m e largo 10, le pareti sono alte circa 3 m sui lati lunghi e 4 sul fondo.

La battuta deve avvenire in maniera diversa che nel tennis: da dietro la propria linea di servizio e da sotto, facendo prima rimbalzare la pallina a terra. Il servizio per essere regolare deve avere una traiettoria diagonale verso l’area di battuta opposta dell’avversario. La palla può essere colpita di dritto o rovescio indifferentemente. I giocatori possono colpire la palla al volo o dopo un rimbalzo, il secondo rimbalzo a terra decreta il punto per l’avversario. Non ha invece limite il numero di rimbalzi che può fare la palla sulle sponde, per questo un giocatore può scegliere di mandare la palla contro una parete del proprio campo affinché la palla vada nel campo avversario. Per essere considerata in gioco la palla una volta superata la rete deve prima rimbalzare a terra, nel caso tocchi direttamente una parete viene considerata fuori.

Le partite si giocano a coppie una contro l’altra, al momento la più importante competizione è il World Padel Tour, categorie maschile, femminile e misto.

Scritto da Gabriele Vecchia
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