Il Napoli di Maradona: la favola partenopea del Pibe de Oro

La storia del Napoli di Diego Armando Maradona sul campo dura sette stagioni, ma in realtà è infinita.

Diego Armando Maradona ha scritto la storia del Napoli, ma anche quella del calcio italiano intero. La favola partenopea del Pibe de Oro è infinita: ha avuto inizio nel 1984 e, seppure sia terminata sul campo sul campo in modo triste dopo sette stagioni, ancora oggi continua.

Il tempo, infatti, non cancella l’amore che l’ex attaccante argentino ha per gli azzurri.

Chiunque, nel mondo, dica Diego Armando Maradona, evoca Napoli, insieme al ricordo dei numerosi trionfi ottenuti dal 1984 al 1991. Due scudetti, una Supercoppa italiana ed una Coppa Uefa.

Il Napoli di Maradona: l’arrivo e le iniziali delusioni

La figura di Diego Armando Maradona, da calciatore e non solo, è sempre stata discussa. La piazza di Napoli, tuttavia, dall’accoglienza fino all’addio e tutt’oggi, ha trattato l’ormai ex giocatore come un idolo. Quando suonò la sirena partenopea, tuttavia, le cose per il Pibe de Oro non andavano bene.

Voglio che mi venda“, aveva detto al presidente del Barcellona. La stagione 1983/84 era stata deludente. L’attaccante giocò poco e non riuscì ad essere determinante come avrebbe voluto. 16 presenze e 11 gol. I blaugrana arrivarono soltanto terzi. Gaspard gli mise davanti un contratto bianco: “Metti tu la cifra che vuoi“. Ma l’attaccante rifiutò. Così, scontento per non avere trovato la patria che cercava, Diego Armando Maradona, volò al Napoli. Aveva solo 23 anni.

L’Italia riuscì a dargli quello che a Barcellona non aveva trovato: amore e gioie. Il Napoli lo acquistò per 13 miliardi e mezzo di lire. La liquidità per pagarlo, tuttavia, non c’era. Il denaro fu versato soltanto in un secondo momento. La firma ad occhi chiusi.

Nonostante il glorioso arrivo e la cifra spesa da record, il Napoli nelle prime due stagioni non ottenne i frutti sperati. Nell’annata 1984-85 gli azzurri guidati da Rino Marchesi si posizionarono all’ottavo posto. In quella successiva, con Ottavio Bianchi, andò meglio: terzo posto e qualificazione in Coppa Uefa. Diego Armando Maradona collezionò un totale di 25 reti in campionato. Ma non era abbastanza.

I due scudetti

Le due annate successive ebbero senza dubbio un sapore diverso. Il Napoli di Diego Armando Maradona conquistò in entrambe lo scudetto. Il club di Corrado Ferlaino aveva ormai portato a termine il processo di potenziamento iniziato da tempo. Alla corte di Ottavio Bianchi nell’estate del 1986 si aggiunsero due giocatori che, insieme al Pibe de Oro, sarebbero diventati colonne portanti della formazione: l’attaccante Andrea Carnevale e il centrocampista Ferdinando De Napoli.

La stagione 1986-87 segnò il vero e proprio inizio della favola del Napoli di Diego Armando Maradona. Gli azzurri mostrarono di avere grandi qualità fin dall’inizio del campionato, battendo la Juventus in trasferta per 1-3. Al giro di boa ottennero il titolo di Campioni d’Inverno con due punti in più dell’Inter. Un punto dopo l’altro le contendenti non riuscirono più a raggiungerli. Conquistarono lo scudetto con tre punti di distacco dalla Juventus. Il primo vinto da una squadra del Sud. Alzarono al cielo anche la Coppa Italia, battendo in finale l’Atalanta.

Nelle due stagioni successive gli azzurri mancarono l’impresa. Nell’annata 1987-88 a vincere lo scudetto, per un soffio, fu il Milan. La squadra di Ottavio Bianchi aveva cinque punti di vantaggio sui rossoneri, ma perse quattro delle ultime cinque gare. Il sorpasso fece molto discutere, tanto da arrivare alle accuse a Diego Armando Maradona e compagni di avere venduto il titolo. In quella 1988-89 il Napoli si posizionò nuovamente al secondo posto, dietro all’Inter dei record di Giovanni Trapattoni, con ben undici punti di differenza.

Il Napoli riuscì a vincere il secondo scudetto nella stagione 1989-90. Il club partenopeo si era attrezzato per tenere testa alle glorie dell’Inter, ma in realtà alla fine del campionato si trattò di una rivincita contro il Milan. La squadra di Albertino Bigon ottenne il titolo con tre punti di differenza sui rossoneri. Il testa a testa era durato fino alla penultima giornata, quando i partenopei batterono il Bologna (anche grazie ad una rete di Maradona) mentre il Diavolo affondava sotto le grinfie del Verona.

La Coppa Uefa

L’unico titolo europeo vinto dal Napoli di Diego Armando Maradona fu la Coppa Uefa della stagione 1988-89. La squadra di Ottavio Bianchi iniziò a comprendere di poter fare sul serio quando ai quarti riuscì a battere la Juventus. Cinque reti senza subirne alcuna nel doppio confronto.

In semifinale arrivò il Bayern Monaco. Lì fu decisivo il calore del San Paolo. Gli azzurri sconfissero i tedeschi per 2-0 e passarono il turno in virtù del 2-2 in trasferta. Anche in finale l’aria di casa fu fondamentale. I partenopei vinsero per 2-1 la gara d’andata. Il ritorno, invece, terminò sul 3-3. Fu proprio Maradona a firmare il gol del pari e, dunque, a regalare il trofeo alla sua squadra.

L’addio di Maradona al Napoli

La stagione 1990-91 del Napoli iniziò con la vittoria della Supercoppa italiana, ma non fu un buon presagio. Gli azzurri avrebbero chiuso la stagione al settimo posto. Per Diego Armando Maradona proprio in quella annata iniziarono i problemi. Giocò meno rispetto agli altri anni e a marzo, al termine di una gara contro il Bari, risultò positivo ad un controllo antidoping. Cocaina.

Al termine della squalifica, durata un anno e mezzo, Diego Armando Maradona ripartì dal Siviglia. Il Napoli da allora fu soltanto un ricordo lontano, ma sempre vivido e stretto nel cuore di un partenopeo d’adozione. La maglia numero 10 tinta di azzurro sarà sua per sempre.

Scritto da Chiara Ferrara
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