Sergi Darder, originario de Artá, Mallorca y nacido en 1993, ha logrado consolidarse como uno de los referentes en el vestuario del RCD Mallorca en tan solo dos años. Luego de una temporada pasada complicada, el futbolista busca cambiar la tendencia actual y está lleno de renovadas esperanzas, según declaró en una entrevista con Efe.
Pregunta: Este lunes se cumplieron dos años desde que se unió al Mallorca. Ahora comienza su tercera temporada en el equipo local, ¿qué significa para usted representar a su club de origen?
Respuesta: Para mí, representa prácticamente todo. Me costó mucho tiempo llegar a jugar aquí y actualmente disfruto de estar en la isla, con el club, y me siento muy feliz.
Antes lo veía a la distancia y no pensaba en regresar porque estaba contento en el Espanyol, aunque cada año al venir aquí era algo especial. Ver al equipo en Segunda o Segunda B resultaba incómodo y deseaba que regresaran a Primera.
P. La temporada pasada culminó de manera difícil para el equipo, ya que no lograron la clasificación a Europa y se vivieron momentos de tensión. ¿Cómo abordan este nuevo año?
R. Igual que el anterior, con muchas ganas de que sea una buena temporada. Si conseguimos 50 puntos y terminar en el top 10, todos estaríamos satisfechos, pero queremos aspirar a más. No será un camino sencillo, hay que ser humildes y priorizar la salvación, pero nuestro objetivo es superar lo que logramos el año pasado. Ojalá podamos hablar de Europa en unos meses, aunque ahora parezca un objetivo lejano.
P. El entrenador envió un mensaje el sábado promoviendo la unidad entre el equipo y la afición, tras la decepción que causó el final de la temporada anterior. ¿Han sentido ese descontento en el vestuario?
R. Siamo consapevoli che la conclusione della stagione non è stata delle migliori. Quando le prestazioni non sono soddisfacenti e non si raccolgono vittorie, è naturale che il pubblico non si senta appagato. È fondamentale apportare dei cambiamenti e abbiamo discusso a lungo tra di noi. Abbiamo riconosciuto gli errori commessi e, come qualsiasi squadra, ripartiamo da zero, pur mantenendo il nucleo storico; vogliamo ripetere la nostra determinazione e l’entusiasmo per affrontare una stagione avvincente per tutti.
P. Nelle prime cinque partite affronterete quattro squadre di livello europeo, tra cui FC Barcelona, Real Madrid e Atlético de Madrid. Avreste preferito un inizio differente?
R. Si può considerare da diverse prospettive; la verità è che probabilmente abbiamo il calendario più difficile tra tutte le squadre di questa liga. Se giochi contro di loro presto, è una cosa positiva; all’inizio della stagione, nessuna squadra è al top della forma e affrontarli ora potrebbe essere più vantaggioso. Siamo carichi di entusiasmo.
P. Fino ad ora sono arrivati Pablo Torre, Lucas Bergström e Mateo Joseph. Come si stanno ambientando?
R. Anche se sono qui da poco, si nota quando un giocatore ha talento. Mateo Joseph è motivato e anche se il ritmo inglese non è altissimo, è pronto per giocare. Conoscevo già Pablo e, sebbene conosca meno Lucas, sono entrambi ottimi acquisti e persone straordinarie per il gruppo.
P. Lei ha affermato che il trasferimento di Pablo Torre la entusiasma perché sono giocatori “più tecnici” e c’è un chiaro desiderio di “giocare”. La rosa si sta sempre più adattando alla filosofia di Jagoba Arrasate e alla sua.
R. È chiaro, alla fine sono io a dovermi adattare all’allenatore, ma l’obiettivo è essere un po’ più protagonisti nella metà campo avversaria. Sono contento che arrivino giocatori capaci di collaborare, è molto più semplice, e un giocatore di quel calibro porta un grande valore.
P. Dove pensa che possa esprimersi al meglio in questo RCD Mallorca?
R. Affermo sempre che mi appassiona il calcio e giocare sul campo. Se avessi l’opportunità di scegliere, preferirei giocare vicino ai difensori centrali, contribuendo alla costruzione del gioco, ma sono pronto a scendere in campo in qualsiasi posizione mi venga assegnata.
P. Abbiamo notato che in molte occasioni hai giocato sulla fascia a causa della mancanza di esterni. Pensi che questo sia un profilo necessario per ampliare le opzioni della squadra?
R. È probabile, l’esterno è una figura fondamentale che manca a questa squadra, il giocatore capace di creare superiorità, che si sposta sulla fascia e riesce a superare uno o due avversari. Se non abbiamo quel tipo di giocatore, ci sono altri che possono ricoprire quel ruolo in modo adeguato; Arrasate sta gestendo bene le risorse a disposizione.
P. Con il mercato ancora aperto e certe trattative in corso, abbiamo visto Pablo Maffeo, Cyle Larin e Dani Luna allenarsi a parte dal gruppo. I primi due, l’anno scorso, hanno avuto problemi con i tifosi. Il tuo spogliatoio ha cercato di convincerli a rimanere?
R. Spesso non è necessario discutere, siamo adulti e sappiamo bene come stanno le cose. Il Mallorca è una grande squadra, si vive bene qui, con una bella isola e uno stadio fantastico. Loro sono consapevoli dei loro errori, ma il mercato è ancora aperto e fino a quando non si chiuderà non sapremo come si evolverà la situazione. Se tra tre settimane saranno ancora qui, dovremo trovare il modo di reintegrarli.
P. Un argomento molto discusso è la possibilità di un match a Miami. Che ne pensi di queste iniziative?
R. È chiaro dove si sta dirigendo tutto, verso il business. A titolo personale, non sono favorevole; se si trattasse di una partita in trasferta sarebbe diverso, ma dei 19 incontri che giochiamo, preferisco che rimangano nel nostro stadio. È meglio giocare a Son Moix che altrove. Ovviamente, se entrambe le squadre e la lega sono d’accordo, poco possiamo fare.