Car Soccer: storia e origini dello sport che unisce il calcio alla guida spericolata

Cos'è il car soccer, lo sport che unisce calcio e auto: Giovanni Zarrella è il campione italiano della specialità

Come si abbinano Giovanni Zarrella, cantante e show man italiano naturalizzato tedesco, il calcio e le auto? La risposta è presto servita: non tutti lo sanno ma il cantante italiano si è laureato campione del mondo di car soccer nel 2010 e nel 2014, oltre che campione europeo nel 2012.

Il binomio macchine e calcio può sembrare strano, ma questo sport ibrido ha uno storia comunque abbastanza antica e, da quando è stato riscoperto, ha trovato una buona attenzione da parte del pubblico.

Cos’è il car soccer: storia e regola dello sport

In italiano la traduzione letterale sarebbe autocalcio, in Portogallo, paese cui viene attribuita l’origine, autobol. Il car soccer è uno sport di squadra molto simile al calcio, peccato che al posto dei giocatori scendano in campo delle automobili.

Il car soccer viene riportato alla luce in tempi moderni dopo un periodo di oscurità da Mario Marques Tourinho, egli guidando per le strade di Copacabana colpì un pallone con la propria auto, intuendo che esso rimbalzava se colpito nel modo corretto. Capito il potenziale della cosa, creò dunque uno sport che includesse le auto ed il calcio. La prima partita ufficiale organizzata si svolse il 19 settembre 1970 durante l’intervallo tra Flamengo e Madureira. Ad essere impiegato durante la partita furono ben 10 auto.

Nel 1973 venne dato il via libera per il primo campionato a livello statale con partite da giocarsi ad intervalli di due settimane. Furono quattro i club che decisero di sponsorizzare il torneo, dipingendo le carrozzerie delle auto con i propri colori sociali e facendosi rappresentare da una squadra di car soccer. L’impresa più difficile chiaramente fu quella di ottenere un campo da calcio in concessione, ma anche in questo caso si trovò una soluzione al problema sfruttando il campo della Fluminense, che stava sostituendo il manto erboso. Dopo un iniziale successo però, a metà anni 70′ l’autocalcio non fu più praticato a causa della crisi petrolifera, che lo rese definitivamente troppo costoso.

Negli ultimi anni questo sport ha invece ripreso piede in Europa, in special modo in Germania, dove sono state organizzati dei campionati mondiali. Il format però è leggermente cambiato, non è più uno sport di squadra ma 1 vs 1, con lo spettacolo al centro di tutto gli incontri vengono disputati dentro una speciale arena.

Le regole del carscoccer

Nella versione brasiliana di questo sport, le regole non differiscono di molto da quelle del calcio, le uniche eccezioni stanno nel fatto che i giocatori in possesso di palla non possono tornare indietro, e che i portieri non possono parare con le fiancate delle proprie auto.

Nella versione brasiliana, le squadre potevano passare da tre a sei auto per team, mentre il pallone è fatto da cuoio di bufalo e pesa 12 kg, con un diametro di 1,5 m. L’arbitro ha gli stessi compiti che nel calcio normale, ed inoltre l’unico in campo a non essere alla guida di un’automobile.

Nella nuova versione europea del gioco invece le gare sono 1 contro 1, le auto utilizzate sono solitamente delle Polo. Ogni tempo dura cinque minuti, più due di supplementari nel caso di pareggio. Extrema ratio i rigori: dove chi sbaglia ha perso, il che garantisce ancora più spettacolo.

Scritto da Gabriele Vecchia
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