Serie A, le dimensioni che un campo di calcio dovrebbe avere

Dopo le dure parole di Pioli al termine di Spezia-Milan, ecco quali sono le dimensioni consentite per i campi di calcio di Serie A.

Al termine di Spezia-Milan (1-2, reti di Daniel Maldini, Verde e Brahim Díaz), il tecnico dei rossoneri si è lamentato delle dimensioni del campo. A suo dire, infatti, le misure del “Picco” erano tutt’altro che regolari. Un’infrazione, quest’ultima, che avrebbe reso più complicata la manovra della sua squadra.

Ma quali sono le dimensioni che un campo di calcio di Serie A deve necessariamente avere?

Serie A, le dimensioni standard di un campo di calcio

Su una scala internazionale, il regolamento ufficiale stabilisce che la lunghezza dei campi di calcio debba essere compresa tra un minimo di 90 metri e un massimo di 120 metri.

Per quanto concerne la massima serie italiana, tuttavia, le cose stanno in maniera leggermente diversa. Così come sancito dalla Federcalcio, i campi di calcio devono infatti avere una lunghezza standard di 105 metri e una larghezza di 68 metri.

Tuttavia, non sempre queste misure vengono rispettate. Limiti strutturali degli impianti – specialmente nel caso di stadi piccoli appartenenti a squadre che non sono solite militare in Serie A – possono infatti comportare un’infrazione della regola. È il caso, per esempio, dei campi di Cagliari, Spezia e Venezia, la cui lunghezza è sì quella corretta, ovvero 105 metri, ma la cui larghezza è di ben 3 metri al di sotto della soglia stabilita, cioè 65 metri.

Il regolamento della Serie A, tuttavia, è alquanto chiaro al riguardo. Fintanto che non si scende sotto la soglia dei 65 metri, il campo viene giudicato praticabile. Le polemiche di Stefano Pioli al termine di Spezia-Milan lasciano pertanto il tempo che trovano: una differenza non superiore ai tre metri nella larghezza del campo è infatti concessa.

Cosa cambia

Il fatto che tale differenza sia tollerata dalle istituzioni, non attesta tuttavia per una sua presunta ininfluenza. Un campo meno largo, come sa bene il tecnico del Milan, comporta infatti tutta una serie di importanti conseguenze. Prima fra tutte, il fatto che sia molto più difficile “aprire” la difesa avversaria. Una ragione, quest’ultima, per la quale club attendisti e dall’atteggiamento spiccatamente difensivo, come per esempio Spezia e Venezia, si ritrovino avvantaggiate dalle dimensioni dei propri rettangoli di gioco. Le squadre blasonate come il Milan, al contrario, non hanno altro obbiettivo che i tre punti. Per conquistarli, tuttavia, è necessario fare gol, e da questo punto di vista la “larghezza” della difesa avversaria è ben più che un fattore.

Quando la larghezza è un fattore

Non sempre, tuttavia, avere un campo “più stretto” si può considerare un vantaggio. Talvolta, al contrario, la cosa migliore può essere usufruire di un rettangolo di gioco il più ampio possibile. È il caso, per esempio, del Camp Nou di Barcellona, la cui lunghezza si attesta sui 107 metri e la cui larghezza è di ben 72 metri. Un campo così spazioso ha infatti permesso ai campioni dell’era Guardiola di sviluppare il famoso tiki-taka che per anni ha mandato letteralmente in tilt le difese avversarie. Il calcio, in fondo, non è che una questione di centimetri, così come la vita stessa.

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Scritto da Andrea Crenna
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